venerdì 21 marzo 2025
Mentre l'UE si prepara a un riarmo da 800 miliardi, raccoglie sempre più adesioni la campagna di Emergency per una cultura della pace fondata sull'articolo 11 della Costituzione. Ecco chi ha aderito
Adesione anche di Roma Capitale. E del III Municipio (nella foto)

Adesione anche di Roma Capitale. E del III Municipio (nella foto) - Emergency

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Come un’onda che cresce, la campagna "R1PUD1A la guerra" raccoglie consensi tra istituzioni,realtà culturali, organizzazioni della società civile, protagonisti del mondo dello spettacolo. Uno slogan che anche graficamente vuole richiamare l'articolo 11 della Costituzione. Sono ormai più di 300 infatti i Comuni che hanno aderito alla mobilitazione di Emergency per riaffermare l’importanza e il rispetto dei valori della Costituzione italiana per una pace attiva e positiva: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Un messaggio forte che arriva dai territori, a cominciare dalle istituzioni i più vicine ai cittadini, contro la retorica dell’inevitabilità della guerra e del riarmo. Tra le città che hanno aderito alla campagna anche Roma Capitale, Napoli, Bologna, Catanzaro, Reggio Emilia, Cosenza, Modena, Livorno, Rimini, Bari, Parma, Teramo, Lecco, Ravenna. La mozione di adesione di Roma alla campagna, condivisa con il sindaco Roberto Gualtieri, è stata approvata all’unanimità dei presenti all’Assemblea capitolina il 27 febbraio scorso.

Una mobilitazione che ha ancora più senso dopo l'approvazione da parte della Commissione europea di ReArm Europe, il piano da 800 miliardi di euro, «in un periodo in cui la guerra sembra l’unica opzione possibile e sono 56 i conflitti aperti nel mondo», commenta l'organizzazione fondata dal chirurgo Gino Strada. L'iniziativa è aperta non solo ai singoli cittadini: dal suo lancio, il 4 novembre scorso durante la Giornata nazionale delle Forze Armate, sono infatti 500 le scuole che hanno aderito a R1PUD1A, srotolando lo striscione dai balconi, ma anche sale cinematografiche: (all’Anteo Spazio Cinema in Lombardia al Cinema Troisi a Roma o teatri come il Politeama e l’Augusteo di Napoli e l’Elfo Puccini di Milano.

Il teatro Politeama a Napoli

Il teatro Politeama a Napoli - Emergency

Moltissimi anche i Festival che hanno aderito alla campagna: in prima fila l’AFIC, l’Associazione Festival Italiani di Cinema, e tra gli altri la Settimana della Critica di Venezia e le Giornate degli Autori di Venezia, Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, il Pordenone Docs Fest, Linea D’Ombra a Salerno, il Festival del cinema europeo di Lecce, il Siciliambiente Film Festival. Hanno aderito anche Fiorella Mannoia, Alessandro Bergonzoni, Flavio Insinna, Greta Scarano, Fabio Magnasciutti, Maicol&Mirco, Lelio Bonaccorso, Max Angioni, Matteo Saudino.

«Dopo i conflitti mondiali, le atomiche e milioni di morti – dichiara Emergency – l’Italia è rinata dall’idea che nessuna guerra potrà mai essere la soluzione. Il nostro Paese si è impegnato a risolvere i conflitti con altri mezzi: con la diplomazia, la politica e la pace. Eppure non stiamo più assistendo a significative azioni di pace. Il linguaggio della guerra dilaga come fosse una verità inoppugnabile: l’opinione pubblica è chiamata alla guerra attraverso le parole dei politici e dei media. In Italia e in Europa i governi si riarmano e dicono che la pace è un lusso. Ma il lusso è proprio l’industria bellica».

Il consiglio comunale di Rho

Il consiglio comunale di Rho - Emergency

Secondo Milex, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, solo nel 2025 il nostro Paese ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, record storico con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 e del 60% sul decennio. Di questi 32 miliardi, 13 ne riserverà per i nuovi armamenti, con un balzo del 77% nell’ultimo quinquennio.

Emergency, nata per offrire cure medico chirurgiche gratuite e di qualità alle vittime della guerra e per promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, finora in 21 Paesi ha curato oltre 13 milioni di pazienti. Oggi è in Sudan, Ucraina e nella Striscia di Gaza. «Il 90% dei morti e dei feriti sono civili e che la spesa di un F-35 vale quanto 3.244 posti letto di terapia intensiva. Parte della campagna è anche sulle piattaforme streaming e sul sito di Eemergency il podcast “Ho detto R1PUD1A” a cura di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza: in 5 puntate i due curatori partono dalle origini dell’articolo 11 della Costituzione, fino ad analizzare e smontare gli attuali annunci di governi e media sulla “inevitabilità della guerra”.


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