Il giornalista di "Avvenire", Nello Scavo
I giornalisti in Europa non potranno essere intercettati dagli Stati in nome della “sicurezza nazionale”. A definire questo principio, tornato d’attualità con il recente caso del giornalista di “Avvenire” Nello Scavo intercettato dai servizi segreti per le inchieste sulla Libia, è il Media Freedom Act (Emfa), la legge Ue sulla libertà di stampa e la trasparenza dei media, sul quale il Parlamento Europeo e gli Stati membri hanno trovato un accordo complessivo venerdì 15 dicembre. Il testo, la cui approvazione definitiva è prevista entro la primavera 2024, prevede tra le altre cose l'obbligo per i Paesi dell’Unione di garantire la pluralità dei media e proteggerne l'indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private.
La questione delle intercettazioni a carico dei cronisti è stata a lungo dibattuta, ma dopo diverse ore di negoziato, e non poche resistenze da parte di alcuni governi, è stato deciso che non ci sarà alcuna clausola esplicita per consentire ai Paesi di controllare i giornalisti in nome della “sicurezza nazionale”. Proprio la possibilità di utilizzare gli spyware nei confronti dei cronisti è stata la principale novità dell’ultimo passaggio. Un risultato ottenuto anche in virtù della pressione effettuata dalle organizzazioni di categoria e delle tante associazioni che si occupano di libertà di espressione, il cui impegno ha consentito che venisse eliminata la dicitura riferita alla “sicurezza nazionale” quale motivazione per giustificare lo spionaggio. Le intercettazioni in futuro potrebbero prevedere sempre l’ok preventivo di un giudice e l’obbligo di notifica al giornalista.
Evidente la soddisfazione della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj), che ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati nella revisione del testo, pur riservandosi una «analisi accurata» della proposta di regolamento.
Positivo anche il giudizio dell’Ordine dei giornalisti italiano. «Siamo soddisfatti delle recenti modifiche al Media Freedom Act a tutela dei giornalisti che non possono e non devono essere intercettati per il loro lavoro – ha detto il presidente nazionale Carlo Bartoli –. Purtroppo in Italia abbiamo avuto casi emblematici, come quello, recentemente confermato in una intervista da parte di un ex dirigente dei servizi, del collega Nello Scavo, a lungo oggetto di intercettazioni. Scavo, tra l’altro, è uno dei giornalisti italiani costretti a vivere sotto tutela per le minacce subite per il suo lavoro di inchiesta. Le istituzioni hanno il dovere di collaborare per far emergere i punti oscuri in vicende come queste. Chiedere chiarezza significa chiedere il rispetto del diritto-dovere di informare».
Il Media Freedom Act europeo è un regolamento e pertanto, a differenza delle direttive, una volta approvato entrerà immediatamente in vigore per gli Stati membri dell’Unione. Il testo prevede anche norme a favore della trasparenza sulla proprietà dei media e sui finanziamenti che questi ricevono, norme sulla distribuzione equa della pubblicità statale e regole per garantire l’indipendenza editoriale.
In una nota il Parlamento Ue spiega che «negli ultimi anni si sono registrate tendenze sempre più preoccupanti in tutta l’Unione Europea, come documentato nei rapporti annuali sullo stato di diritto della Commissione Europea e in altri strumenti come il Media Pluralism Monitor». Tra gli obiettivi dell’Emfa vi sono la necessità di «prevenire l’ingerenza politica nelle decisioni editoriali e garantire la trasparenza della proprietà dei media», «proteggere i giornalisti dall'obbligo di rivelare le proprie fonti e dall'uso di spyware contro di loro», «stabilire i requisiti per i sistemi di misurazione dell'audience e l'assegnazione trasparente della pubblicità statale».
Le associazione degli editori Ue dei periodici e dei giornali, Enpa ed Emma, in una nota, hanno però espresso una serie di preoccupazioni legate ad altri aspetti del regolamento, perché aprirebbe la strada «alla regolamentazione del funzionamento interno delle redazioni, sfidando così un principio fondamentale della libertà di stampa nonché le tradizioni nazionali e costituzionalmente protette».
Seppur prendendo atto «dei miglioramenti introdotti nel testo durante i negoziati» tra Parlamento e Consiglio Ue, gli editori aggiungono che «permangono alcune preoccupazioni fondamentali che rischiano di vanificare gli obiettivi del regolamento» incluso il fatto che «per la prima volta un settore tradizionalmente autoregolamentato, e con forti specificità nazionali, come la stampa sarà regolato dal diritto dell'Ue e sotto la supervisione di un regolatore europeo». Inoltre lo European Media Freedom Act, per Enpa e Emma, «non riesce a proteggere adeguatamente i contenuti dei media su piattaforme online di grandi dimensioni, come X o Facebook, poiché le sue garanzie procedurali consentono ancora a tali piattaforme di limitare la visibilità dei contenuti» e il pluralismo online.