martedì 25 giugno 2024
Nell’episcopio di Milano l’incontro con 30 giovanissimi di Kharkiv ospitati dai volontari di “Frontiere di pace”. Le storie di dolore e morte raccontate al presule. «La nostra Chiesa soffre con voi»
L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano - Gambassi

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«Grazie mille…». Tania Bielianinova si inchina davanti all’arcivescovo Mario Delpini. E gli stringe forte la mano dopo la fotografia scattata assieme accanto alla copia della Madonnina nei saloni dell’episcopio di piazza Fontana. L’impermeabile blu e lo zaino fanno risaltare il suo sorriso. Ha 16 anni e arriva dalla regione di Kharkiv. Come i trenta coetanei che Delpini riceve ieri mattina nel palazzo arcivescovile. Tutti della stessa oblast dell’Ucraina orientale su cui l’esercito russo ha lanciato una nuova, massiccia offensiva dall’inizio di maggio. «La nostra Chiesa soffre con voi. E con voi invoca la pace. Siate donne e uomini che sperano nella pace. Perché solo con la pace si può guardare con fiducia alla vita», sottolinea l’arcivescovo.

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con Tania, ragazza ucraina che vive in un villaggio assediato dall'esercito russo

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con Tania, ragazza ucraina che vive in un villaggio assediato dall'esercito russo - Gambassi

Tania fa “sì” con la testa. Sogna di diventare giornalista. E viene da un villaggio lungo il confine russo. «L’esercito di Putin si trova a pochi chilometri», confida. È consapevole che, dopo aver occupato una ventina di abitati nell’ultimo mese, uno dei prossimi agglomerati a cadere potrebbe essere il suo, se l’avanzata russa continuerà. «Chissà se dovrò evacuare con la famiglia», sospira Tania.

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano - Gambassi

Le ferite di una generazione che cresce in mezzo alla guerra toccano il cuore della Chiesa ambrosiana. Ed entrano nelle stanze dell’arcivescovado grazie a un drappello di ragazzi, dagli 8 ai 16 anni, che la Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv e la Caritas di Kharkiv hanno portato per due settimane in Lombardia. Protagonisti di una “vacanza di speranza”, come è stata chiamata, offerta dai volontari del gruppo “Frontiere di pace” legati alla parrocchia di Santa Maria Assunta a Maccio, nel Comune di Villa Guardia, in provincia e diocesi di Como. Una parrocchia che con la nazione aggredita ha creato uno speciale ponte solidale: infatti è una delle poche realtà a consegnare gli aiuti fin nelle zone lungo il fronte.

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con i ragazzi ucraini di Kharkiv accolti nell'arcivescovado di Milano - Gambassi

«Non basta far arrivare generi di prima necessità o medicine in Ucraina. Serve anche essere vicino alle persone», spiega uno dei volontari, Luca Trippetti, nel saluto iniziale all’arcivescovo. Anche con l’accoglienza di bambini e adolescenti che «vivono in una terra continuamente sotto attacco. Soltanto a maggio sono cadute sulla città di Kharkiv 76 bombe radiocomandate», riferisce al presule suor Oleksia, religiosa greco-cattolica di San Giuseppe, che guida la spedizione ucraina. Due missili hanno colpito sabato 25 maggio un centro commerciale dell’ex capitale facendo diciotto morti. «Fra le vittime anche Maria, una ragazzina di 12 anni, che doveva partecipare al soggiorno. È rimasta uccisa sotto le macerie insieme alla madre. Era la più giovane animatrice della distribuzione di aiuti che ogni settimana si svolge intorno alla Cattedrale di Kharkiv», dice Luca all’arcivescovo.

I ragazzi ucraini di Kharkiv con l'immagine e la medaglia della Madonnina nell'arcivescovado di Milano

I ragazzi ucraini di Kharkiv con l'immagine e la medaglia della Madonnina nell'arcivescovado di Milano - Gambassi

«Vi assicuro la mia preghiera», fa sapere Delpini ai ragazzi. E a loro consegna un’immagine della Madonnina con la sua preghiera di benedizione e una medaglia con la riproduzione della Vergine. «Ma la Madonnina è d’oro?», chiedono i giovani ospiti ucraini. L’arcivescovo racconta che la statua è stata ridorata poco più di un decennio fa, «anche se non è un’operazione facile vista l’altezza». E alla sua collocazione sulla guglia maggiore Delpini fa riferimento prima di salutare i ragazzi uno per uno. «Lei, dall’alto del Duomo, protegge Milano – ricorda l’arcivescovo –. Pregatela perché protegga anche voi, le nostre famiglie e le vostre città». Il soggiorno dei ragazzi di Kharkiv si concluderà venerdì quando ripartiranno alla volta dell’Ucraina. Ospitati nella casa scout “Don Titino” sopra il lago di Como, hanno preso parte a incontri, escursioni, eventi organizzati con “Frontiere di pace” da parrocchie, associazioni di volontariato, amministrazioni locali. Ieri la visita a Milano. Con l’abbraccio dell’arcivescovo.

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