L’agricoltura consuma troppa acqua. E l’Italia, a quasi sei anni dalla scadenza, si ritrova a fare i conti con gli obiettivi sempre più lontani del 2030. A fare i conti in tasca a un servizio idrico e all’impronta idrica dell’Italia che arranca ed è sotto scacco della crisi climatica è l’associazione Legambiente. Il comparto agricolo richiede troppa acqua, 17miliardi di metri cubi d’acqua in media all’anno. "Solo il 4,6% dei terreni irrigati utilizza acque reflue depurate – sottolinea l’associazione ambientalista - Preoccupa l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi che incidono anche su qualità di acqua e falde, ma l’agricoltura è anche la più colpita dalla crisi climatica che la coglie sempre più impreparata. Negli ultimi 4 anni, i danni maggiori dovuti a grandine (58%), siccità (27%) e allagamenti (10%)". Ritardi e danni che pesano sul Paese e su un settore che però ha un potenziale inespresso: con l’irrigazione a goccia consumi ridotti di acqua in un intervallo stimato tra il 40% e il 70%, mentre il recupero e il riutilizzo delle acque reflue potrebbero coprire fino al 45%della domanda irrigua in Italia.
I dati e i numeri sono stati messi in fila da Legambiente in occasione del VI Forum Acqua organizzato a Roma in collaborazione con Utilitalia, sul rapporto tra acqua e agricoltura e su quello che c’è da fare. In Italia il comparto agricolo consuma troppa acqua, rappresentando il 57% del totale dei prelievi d’acqua, seguito da usi civili (31%) e industriali (12%). Ma anche in fatto di riutilizzo e recupero della risorsa idrica in agricoltura, l’Italia fa fatica. Solo il 4,6% dei terreni irrigati utilizza acque reflue depurate e c’è poca attenzione nel recupero delle acque piovane.
Sul fronte qualità dell’acqua e delle falde, preoccupa l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi nei campi agricoli che incidono anche sulla qualità della risorsa, così come la presenza di microplastiche. Secondo gli ultimi studi disponibili di Ispra, sono state trovate 183 diverse sostanze inquinanti nel 55,1% dei punti di monitoraggio in acque superficiali e nel 23,3% di quelli in acque sotterranee, per la maggior parte erbicidi. Ma l’agricoltura è anche uno dei settori più colpiti dalla crisi climatica che accelera il passo con forti periodi di siccità, con grandinate e alluvioni che danneggiamo sempre più i campi agricoli. In sintesi, l’agricoltura si trova a fare i conti con troppa o poco acqua dimostrandosi ogni volta sempre più impreparata. Negli ultimi 4 anni (dal 2021 al 20 settembre 2024) si sono registrati 96 eventi meteo estremi legati all’acqua che hanno colpito il comparto agricolo. La maggior parte dei danni sono dovuti a grandinate (58%), siccità (27%), allagamenti (10%) e alle esondazioni fluviali (4%). Le regioni più colpite: Piemonte, Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Sardegna.
“L’acqua – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è una risorsa vitale ma anche sempre più scarsa a causa di stress idrico e siccità. Per questo è fondamentale utilizzarla meglio e meno e in questa partita l’agricoltura ha un ruolo strategico. Occorre, perciò, mettere al primo posto l’agroecologia e le buone pratiche agroecologiche. Per mettere a sistema il grande potenziale del comparto agricolo, bisogna unire interventi di economia circolare, innovazione tecnologica, prevenzione, promuovere colture meno idroesigenti, il recupero delle acque reflue depurate in agricoltura, diffondere la produzione di biologico e dare attuazione anche alle progettualità già previste dal Pnrr sul risparmio idrico in agricoltura. Così potremmo avere un’agricoltura più sostenibile, più attenta alla qualità dei suoi prodotti, e più preparata a fronteggiare la crisi climatica”.
"Il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura è una soluzione che dovrebbe diventare strutturale applicando all’acqua, laddove economicamente sostenibile, gli stessi principi dell’economia circolare – sottolinea Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia - I gestori sono pronti a fare la propria parte, considerando che il nostro Paese ha depuratori di ottima qualità"
Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia un appello e un pacchetto di 4 proposte al Governo Meloni. L’agricoltura rappresenta l’ago della bilancia della gestione sostenibile della risorsa idrica. Per questo è urgente in primis ripensare il modello agricolo italiano affrontando quattro grande sfide: un’impronta idrica agricola più sostenibile, più azioni di adattamento climatico, lotta all’inquinamento, e valorizzazione del potenziale agricolo inespresso. L’Italia ha bisogno di un modello agricolo meno idroesigente, più vocato al risparmio e al riutilizzo di acqua, capace di investire di più su innovazione e tecnologia.