martedì 6 febbraio 2024
Il plantigrado si era avvicinato troppo a una coppia di escursionisti ed era già stato definito "pericoloso". Durissime le proteste degli ambientalisti. Critico anche il ministro dell'Ambiente
L'orso M90

L'orso M90 - Fotogramma

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L'orso M90, un giovane esemplare di due anni e mezzo, è stato prelevato e ucciso dopo che domenica 28 gennaio aveva seguito una coppia lungo un sentiero nei boschi di Mezzana, in val di Sole, avvicinandosi fino a una decina di metri dai due escursionisti prima di allontanarsi. La decisione di abbatterlo è giunta a poche ore dal decreto firmato dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha incaricato il Corpo forestale di identificare l'animale e porre fine alla sua vita.

La vicenda di M90, culminata con il suo abbattimento, ha generato controversie tra la popolazione locale, gli ambientalisti e le autorità della provincia autonoma. Fin da quando era stato munito di un radiocollare, nel 2023, dopo che aveva causato diversi danni nei pressi dei centri abitati, l'orso è stato al centro di numerose segnalazioni che lo indicavano come una minaccia per la sicurezza. In questi mesi sono stati contati una dozzina di casi di avvicinamento alle case e tre episodi in cui l’orso ha seguito intenzionalmente alcune persone. Da qui la decisione estrema di abbatterlo.

Dure le reazioni delle organizzazioni ambientaliste. L'Oipa ha criticato la politica della Provincia di Trento, definendola «miope e nemica degli animali». La Lav si è detta determinata a ottenere giustizia per M90 e per gli altri orsi che hanno subito una condanna simile: «Ci è stato impedito di difendere M90 ricorrendo al Tar contro la sua condanna a morte, ma non ci fermeremo di fronte agli “ammazzaselvatici” - ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile dell'area selvatici della Lega Antivivisezione -. Siamo già al lavoro per ottenere giustizia per M90 e tutti gli altri orsi casualmente trovati morti dopo le condanne di uccisione». L'Associazione Animalisti Italiani ha lanciato un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni «per salvare la vita degli orsi» e promuovere una convivenza pacifica tra gli esseri umani e la natura.



Anche il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha preso posizione, sottolineando che la soppressione non può essere l'unica soluzione e promettendo di impegnarsi per trovare alternative: «La soppressione non può essere l'unica alternativa – ha detto il ministro -. Se quanto fino a oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l'impegno, da parte di tutti, deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori. Ho nuovamente mobilitato tutte le strutture che fanno capo al Ministero per definire una strategia tempestiva in cui l'abbattimento debba essere davvero la soluzione estrema».

Ferma condanna anche dalla presidente dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali, Michela Vittoria Brambilla, che ha definito l'atto di abbattere M90 «una vergogna e un atto di miopia, arroganza e crudeltà».

L’uccisione di M90 può essere considerato un punto di svolta nella relazione tra gli esseri umani e l’ambiente in Val di Sole, da quando, nel 1999, con il progetto Life Ursus sono stati reintrodotti gli orsi in Trentino. Il 5 aprile 2023, nei sentieri di Caldes, un giovane di 26 anni, Andrea Papi, era stato ucciso dall'orsa Jj4 mentre si allenava facendo running tra i boschi. Un dramma che ha cambiato radicalmente il dibattito sulla convivenza con i grandi carnivori in un territorio ampiamente antropizzato. Lo scorso anno nei boschi trentini sono stati rinvenuti senza vita sette esemplari di orso.

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