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C’era una volta un bambino in una stanza d’ospedale. Aveva una brutta malattia, di quelle da cui si può anche non guarire. Ma lui guarì e, quando crebbe, diventò un medico, come coloro che lo avevano salvato. Questa, però, non è una favola, ma una storia vera. Il dottore Andrea Cavallaro, qualche giorno fa, si è laureato in Medicina e chirurgia, a Palermo, con una tesi sulla oncoematologia pediatrica che tratta di una patologia temibile: la leucemia. Lo stesso male di cui fu prigioniero, dai due ai dieci anni di età. Il correlatore della sua pubblicazione universitaria è Ottavio Ziino, il pediatra che lo curò un quella stanza d’ospedale, attraversata, come tutte le stanze d’ospedale, dalle paure e dalle speranze.
«Non ho ricordi nitidi di quel periodo terribile, non ho trattenuto le cose negative – dice Andrea, ora ventiseienne –. Ero molto piccolo, un bambino, appunto. Le immagini che conservo, può sembrare strano, sono soprattutto felici. Le visite dei parenti, in corsia, il buonumore che c’era, per darmi coraggio... E papà e mamma che, dopo ogni esame, mi regalavano dei giocattoli». Sono i frammenti di un passato collegato al percorso intrapreso anni dopo.
«Non è difficile riconoscere i segni della mia inclinazione professionale – continua Andrea –. La mia esistenza da paziente ha avuto una parte fondamentale nella vocazione di essere un medico, al servizio del prossimo. Mi è sembrato di chiudere un cerchio che si era aperto con la sofferenza, per approdare alla guarigione. Ora, voglio dare una mano. Sicuramente un ruolo importante lo riveste la figura del dottor Ziino. Lui mi ha curato, mi ha assistito, è un amico di famiglia che ha dato molto coraggio a mamma e papà. Sono contento che abbia accettato di essere il correlatore della mia tesi. Il relatore è il professor Mario Giuffrè, la correlatrice è la dottoressa Serena Tropia». Ottavio Ziino è primario di Pediatria all’ospedale di Sciacca, in provincia di Agrigento. «Andrea è stato bravissimo – spiega –, ha affrontato un percorso umano arduo ed è diventato medico con pieno merito. È un ragazzo molto preparato, che seguirà la sua missione con amore, anche perché sa cosa significa trovarsi nei panni dei sofferenti».
Non sono pochi i cammini di rinascita che, a prescindere dalle rotte professionali, rappresentano un modo per fare pace con il dolore. La giornalista palermitana Cristina Arcuri le ha raccolte in un libro edito da “Torre del Vento”: Non avere paura, dodici storie di ri-nascita. Il ricavato è devoluto all’Astli Odv, l’associazione dei genitori di bambini affetti da malattie oncologiche, in cura nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civico di Palermo. Ilenia (nome che ricorre due volte), Giulio, Alessandro, Francesca, Rosalia, Delia, Cristina, Marina, Loredana, Gabriele, Manuel. Ecco gli ex bambini, rinati dopo la leucemia. Alcuni di loro, proprio come è successo di recente al dottor Cavallaro, hanno deciso di adoperarsi nella trincea della buona sanità. C’erano una e infinite volte i piccoli e grandi protagonisti di una battaglia che avrebbero preferito non combattere. E ci sono ancora. Qualcuno, purtroppo, non sopravvive. Altri riescono ad aggrapparsi al futuro. Altri, da adulti ritornano nei luoghi che hanno conosciuto, lì dove hanno lottato strenuamente. E può accadere che indossino un camice per salvare vite, con la generosità di chi ha ricevuto un dono immenso.