È di nove vittime il bilancio di morte della giornata di domenica 29 aprile sulle Alpi.
L'incidente più grave in Svizzera, nel Cantone Vallese, dove 14 persone si sono trovate costrette a trascorrere la notte fra domenica e lunedì a oltre 3.200 metri di altitudine al freddo, all'aperto, dopo essere stati sorpresi dal maltempo prima di raggiungere un rifugio. Una leggerezza risultata fatale a 6 persone, di cui 5 vittime italiane: il gruppo non è riuscito a raggiungere il rifugio di Vignettes, tra Pigne d’Arolla e il Mont Collon, perché sorpreso dalla tempesta.
Nella vasta operazione di soccorso lanciata soltanto domenica mattina, per via delle condizioni meteo, sono stati coinvolti sette elicotteri. Da subito è stata chiara la portata del dramma: una persona è stata trovata morta in seguito a una caduta, altre tre sono decedute in ospedale. Cinque i feriti gravi, che soffrono di grave ipotermia e per cui la prognosi è riservata. La Farnesina, attraverso l’ambasciata d’Italia a Berna, è al lavoro per accertare le condizioni degli italiani coinvolti. Sempre in Svizzera due giovani alpinisti svizzeri di 21 e 22 anni sono stati trovati morti sulle Alpi bernesi, nella zona del monte Monch, a 4.105 metri.
Le altre tragedie in montagna
Altre 3 persone sono morte tra il Monte Bianco e Monte Rosa. Due scialpinisti francesi hanno perso la vita in altrettanti incidenti avvenuti nella valle di Chamonix, in Francia, sul massiccio del Bianco. Domenica mattina, invece, il corpo dell’escursionista russa dispersa da sabato alle pendici del Monte Rosa è stato avvistato sotto la Ludwighouse, a quota 4.200 metri, nella zona del ghiacciaio del Lys. La donna era stata vista per l’ultima volta salire con le ciaspole per attraversare il ghiacciaio. Una guida alpina le aveva consigliato il percorso meno impegnativo ma poi nessuno l’aveva più vista raggiungere i rifugi che l’esperto le aveva consigliato. L’avevano cercata al rifugio Balmenhorn e a Capanna Gnifetti. Il suo telefono cellulare risultava staccato.