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"Le forze politiche affrontino l'emergenza con misure adeguate, scegliendo anche norme legislative che agevolino la prevenzione e scoraggino eventuali attentatori": lo ammoniscono i vescovi della Sardegna a proposito dei devastanti incendi delle ultime ore. I presuli esprimono "vicinanza alle popolazioni e tristezza nel cuore. Come vescovi della Sardegna proviamo un senso di sgomento infinito nel vedere ancora una volta, a causa degli incendi, la nostra gente soffrire e il nostro territorio bruciare".
I vescovi sardi danno così voce a un "grido di dolore e di solidarietà per coloro che hanno visto devastate le loro aziende, gli allevamenti e i prodotti, mentre verifichiamo - con loro e con tutti i sardi - a quale affronto è sottoposta una natura bella e incontaminata, mai troppo apprezzata e né talvolta difesa. Mentre auspichiamo che vengano accertate eventuali responsabilità, scopriamo anche stavolta quando sia minacciato un incontro pacificato tra l'uomo e l'ambiente e quanto sia decisiva una formazione che, grazie al rispetto della creazione, permetta di custodire il mondo che ci circonda come un giardino, secondo il progetto del Dio creatore".
Nel condividere con i vescovi dei territori colpiti la "preoccupazione per quanto sta accadendo", i vescovi di Sardegna ringraziano quanti "si stanno adoperando per aiutare le popolazioni colpite: forze dell'ordine e dell'antincendio, forestali e volontari".
La Sardegna brucia
Un disastro senza precedenti. È così che è stato definito il gigantesco rogo che da quasi tre giorni sta devastando il Montiferru, nell'Oristanese, riducendo in cenere oltre 20mila ettari di territorio, distruggendo aziende e facendo vivere giornate di terrore a migliaia di persone costrette a lasciare le case, assediate dalle fiamme.
L'incendio divampato a Bonarcado il 23 luglio scorso non ha mai allentato la presa sul territorio, spostandosi per circa 50 chilometri spinto dal vento di scirocco e dalle alte temperature, costringendo Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari a combattere giorno e notte.
In aiuto del personale a terra tutti gli elicotteri della flotta regionale e i Canadair di quella nazionale. Ma non solo. Già dalle prime di oggi a dare manforte alla macchina dell'antincendio sono arrivati i Canadair dell'Unione Europea, due dalla Francia e due dalle Grecia. Un dispiegamento di forze imponente che è servito per arginare alcuni fronti del fuoco e iniziare a bonificare le varie aree.
In particolare sono rimasti attivi tutto il giorno e saranno monitorati anche nelle prossime ore due fronti: il rogo a Santu Lussurgiu, inizialmente sotto controllo, ma che a causa del vento ha ripreso vigore dove per quasi tutta la giornata hanno operato, accanto agli elicotteri della Sardegna, due Canadair della flotta nazionale e i due francesi. E l'incendio a Suni, dove in azione sono rimasti altri quattro Canadair, due dei quali arrivati dalla Grecia.
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Nelle ultime ore la situazione sembra sotto controllo, anche se sulle aree continuano i lanci di 'bombe d'acqua' da Canadair ed elicotteri e continua il lavoro delle squadre a terra. Anche il quadro climatico fa ben sperare, non si sono registrate temperature altissime e il temuto vento di maestrale che avrebbe dato nuovo vigore alle fiamme, al momento, non è entrato, ma la situazione viene monitorata costantemente.
Quasi tutti i 1.500 sfollati da Cuglieri, Santu Lussurgiu, Porto Albe, Sennariolo e dagli altri centri lambiti dalle fiamme hanno fatto rientro a casa. Tanti di loro hanno iniziato la conta dei danni. "La comunità e il territorio hanno subito un'immensa tragedia, un disastro senza precedenti. Il fuoco - ha detto il sindaco di Cuglieri, Gianni Panichi - è arrivato nel nostro comune nel giro di poche ore ha attraversato il Montiferru e raggiunto le case del paese su più fronti. Dobbiamo rialzarci e andare avanti, abbiamo perso tutto ma non la caparbietà e la forza di volontà per reagire e ritornare alla bellezza e alla serenità. I danni sono immensi - ha ribadito - il Montiferru, la flora e la fauna sono perduti, la valle degli olivi, l'olivastro millenario non esistono più. Aziende intere distrutte, animali bruciati, molti hanno perso tutto".
"È difficile trovare parole adeguate rispetto alla brutalità di una tragedia di tali dimensioni, ma lo Stato c'è e nessuno sarà lasciato solo", ha detto il prefetto di Oristano Fabrizio Stelo, che oggi si è recato in visita nei territori devastati dalle fiamme.
E in aiuto delle comunità colpite sono già arrivati i privati cittadini e le associazioni con alcune raccolte fondi, ma anche l'intera Diocesi di Alghero-Bosa che ha aperto un fondo, denominato "Emergenza Incendio Montiferru", per raccogliere gli aiuti economici e che partirà con un contributo di 50.000 euro della Diocesi. E anche la macchina della solidarietà targata Coldiretti si è già messa in moto.