lunedì 27 maggio 2024
Dalla cattedrale di Saint-Maximin alle atmosfere irripetibili della Sainte-Baume, un viaggio nei luoghi di culto della discepola prediletta da Gesù dopo il suo approdo nelle coste francesi

Nel cuore delle montagne della Provenza, a poca distanza dalla città di Marsiglia, si trova uno dei luoghi più affascinanti di tutta la cristianità occidentale. Un luogo dove le esperienze di fede tramandate nei millenni si incontrano con antiche leggende e grandi vicissitudini storiche che insieme danno vita a suggestioni uniche, secondo il parere di chi scrive tra le più imperdibili che ci siano, in Europa, per un viaggiatore genuinamente attirato dalla scoperta delle tradizioni spirituali di un popolo. Questo posto così magico, a dire il vero, non è un unico luogo, ma sono due luoghi distinti che agiscono però, sorprendentemente, come se fossero un unico centro gravitazionale. Sto parlando di una piccola cittadina di meno di 15000 abitanti chiamata Saint Maximin-La Sainte Baume. In questa piccola città sorge una delle cattedrali gotiche più belle e grandi del sud della Francia, così bella da non invidiare nulla alle grandi cattedrali delle principali città francesi. La ragione della sua posizione va ricercata nell’antica tradizione cristiana secondo cui Maria Maddalena, la discepola prediletta di Gesù, nonché prima testimone e annunciatrice del miracolo dela resurrezione, nella parte finale della sua vita sarebbe venuta a vivere proprio qui, nei boschi della Provenza.

La tradizione vuole che Maria Maddalena fosse fuggita dalle persecuzioni di Erode a bordo di una barca senza vele e senza remi insieme a Maria Salome e Maria Jacoba, che da allora sarebbero divenute note come le “Marie del mare”, e che le correnti del mare avessero spinto la barca ad approdare sulle coste della Camargue, in un città che è appunto nota col nome “Le Sante Marie del mare”, Saintes-Maries-de-la-Mer in francese. Le tre Marie non erano però sole, nella loro barca, ma avevano una serva di nome Sarah, dalla pelle scura, oggi venerata come Santa Sara la Nera, a cui è particolarmente devota la comunità rom che ogni anno si raduna a Saintes-Maries-de-la-Mer per recarsi in pellegrinaggio al santuario a lei dedicato.

Torniamo però a Maria Maddalena. Dopo lo sbarco provvidenziale, Maria passò gli ultimi 30 anni della sua vita tra preghiera e meditazione sul massiccio montuoso che sorge nei pressi di Villa Blanca, una città della Gallia Romana. Qui passò gran parte degli ultimi anni della sua vita terrena ritirata in preghiera dentro una bellissima grotta naturale poco sotto la vetta più alta delle montagna rocciose che caratterizzano questo paesaggio. Poco prima della sua morte, Maria Maddalena tornò in città alla ricerca di un volto a lei conosciuto. Sì perchè dovete sapere che nella barca guidata in Francia dalla Provvidenza, non c’erano solo le tre Marie del Mare e la loro serva Sarah. C’erano con loro anche tre uomini: uno era Lazzaro, la cui storia tutti conosciamo, e che secondo la tradizione dedicò la vita a evangelizzare Marsiglia, diventandone primo vescovo, motivo per cui Lazzaro è oggi il santo patrono della città. Gli altri due uomini erano figure meno conosciute, di nome Massimino e Sidoine, che invece si dedicarono all’evangelizzazione della vicina città di Aix. Massimino ne divenne primo vescovo (alla sua morte gli successe Sidoine). Fu proprio Massimino che Maria Maddalena cercava poco prima di morire: da lui ricevette un’ultima volta i sacramenti e la comunione, a Villa Blanca, che in futuro sarebbe stata ribattezzata in nome di San Massimino, e della “Sainte Baume”, ovvero la “santa grotta” che ospitò il ritiro di Maria Maddalena.

Laddove il culto di San Massimino è più vivo nella città di Aix, non vi è dubbio che sia Maria Maddalena la regina indiscussa di Saint Maximin-La Sainte Baume, città che ospita luoghi di culto cristiano fin dai primissimi secoli, e dove sono state custodite fin da allora le reliquie di Maria Maddalena, reliquie che vennero nascoste per proteggerle dalle razzie dei Saraceni, e che vennero ritrovate diversi secoli dopo per essere riportate al culto. Le reliquie, dalla cripta della cattedrale, vengono portate in processione ogni 22 Luglio, giorno della festa che richiama ogni anno migliaia di pellegrini da tutto il mondo.

Tutto questo, però, non è che un semplice preludio alla magia senza tempo che avvolge questa “Santa Grotta”, in realtà piuttosto lontana dal centro della città. Ci si arriva salendo diverse centinaia di metri di dislivello su una bellissima strada panoramica e percorrendo infine un sentiero che sale nei boschi fino all’apertura della cavità, al cui interno è stato oggi allestito un santuario di rara bellezza, per il modo in cui religione e natura si fondono insieme. E qui, mio malgrado, deve concludersi il mio racconto, poiché le parole non sono sufficienti a descrivere l’emozione che si prova a restare seduti in silenzio all’interno della Santa Grotta: è uno di quei luoghi dove il tempo scorre a una velocità diversa, dove l’aria che si respira è come più densa, carica non solo dell’ossigeno che nutre il corpo, ma di qualcosa che nutre una parte più nobile e sottile del nostro essere, che forse troppo spesso rimane trascurata, nel mondo moderno.

Un viaggio nel cuore dei luoghi di Maria Maddalena, attraverso le leggende del miracoloso viaggio nel Mediterraneo, nei luoghi di culto di Santa Sarah, San Lazzaro e San Massimino, fino alla Cattedrale di Saint-Maximin e e alle atmosfere irripetibili della Sainte-Baume è sicuramente un ottimo modo per ricordarsene.

Chi è

Stefano Tiozzo, nato a Torino nel 1985, fotografo paesaggista, documentarista, storyteller e scrittore. Laureato in Odontoiatria e protesi dentaria, dopo nove anni di professione abbandona la medicina per dedicarsi a tempo pieno alla sua vocazione che diventa la sua specializzazione: viaggi e natura. Il suo canale YouTube è uno dei principali canali di viaggio in Italia, conduce workshop fotografici in tutto il mondo, con un focus particolare sui viaggi nell'Artico, dedicati principalmente alla caccia all'aurora boreale. Tiene regolarmente corsi di fotografia e negli anni ha collaborato con diversi brand, numerosi enti locali del turismo italiani e per la Commissione Europea. Ha pubblicato tre libri per Ts Edizioni, il best seller “L’anima viaggia un passo alla volta” (2020), “Una scelta d’amore” (2021) e “L’altra faccia della Russia” (2022). Nel 2019 ha fondato “Seva project”, un progetto di documentario ambientale volto a finanziare progetti di riforestazione nel Sud del mondo, giungendo a piantare oltre 8000 alberi.

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