lunedì 13 giugno 2022
Zuppi: la società civile può aprire punti di contatto. Intanto cresce la "rete" dei pacifisti
«In guerra anche chi vince, perde»
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Giugno e luglio saranno due mesi "caldi" per la pace. Per i movimenti pacifisti della società civile che torneranno a mettersi in cammino. Dopo la carovana della pace, <+CORSIV50R>Stop the war now<+TOND50R>, che lo scorso 1 aprile ha raggiunto Leopoli e permesso anche l’evacuazione di persone ucraine fragili, il prossimo 24 giugno e 14 luglio si replicherà ad Odessa. Non solo, sempre a luglio, ed esattamente l’11, è previsto un secondo cammino di pace, quello messo in campo da Mean, il Movimento europeo di azione nonviolente che si appresta a raggiungere Kiev con almeno 5mila cittadini europei e il supporto di 35 organizzazioni.

«La società civile ha un enorme valore, non solo testimoniale, perché può aprire punti di contatto» ha sottolineato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, fra gli ospiti ieri del webinar il webinar dal titolo "Kiev. La pace in cammino" organizzato da Vita e Avvenire. Dei nuovi appuntamenti e degli incontri preparatori in programma già da domani a Firenze, il 18 giugno e il 20 giugno a Roma, si è parlato ieri durante l’incontro in rete con la partecipazione di Riccardo Bonacina, editorialista e fondatore di Vita e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Tra gli ospiti, oltre al cardinale Zuppi, Luigi Manconi, sociologo e politico, Francesco Vignarca, della Rete italiana Pace e disarmo e tra i promotori di Stop The War Now. Da Kiev sono intervenuti Angelo Moretti, portavoce di Mean, Maria Grazia Guida, presidente di Reti della Carità, l’inviato di Avvenire, Nello Scavo, e Marianella Sclavi, sociologa e attivista della Fondazione Langer. Al dibattito hanno partecipato anche rappresentanti della società civile ucraina e l’artista Alessandro Bergonzoni.

C’è voglia di pace. Di costruire la pace contro un conflitto che ha visto la fornitura di armi all’Ucraina come la risposta più importante dell’Europa. Una pace in cammino, come ha sottolineato Bonacina, «perché sono tante le iniziative che si stanno mettendo in campo con le Ong, le organizzazioni delle società civile e l’aiuto di migliaia e migliaia di cittadini italiani». Oltre 220 persone e 70 mezzi quelli che si sono messi in cammino verso Leopoli lo scorso 1° aprile e oltre 5mila quelli che auspicano gli organizzatori del progetto Mean, il Movimento europeo di azione non violenta, che sta organizzando il "cammino di pace" verso Kiev, il prossimo 11 luglio. In mezzo, incontri, dibattiti e chiamata a raccolta di azioni ed idee per «seminare semi di pace».
«Manca una rete che abbracci tutto il continente» sottolinea Tarquinio.

«Che unisca gli sforzi di quelli che non si rassegnano alla logica della guerra». Manca il respiro europeo, secondo il direttore del quotidiano cattolico, e il «collegamento logistico tra le persone che organizzano i cammini di pace». «In questo momento non vedo nei palazzi della politica nessun accompagnamento».


Soccorrere, disarmare e negoziare sono le tre parole che accompagnano l’azione di Rete Italiana Pace e disarmo, che il prossimo 18 giugno chiamerà a raccolta tutte le organizzazioni civili che si metteranno in marcia verso Odessa il 24 giugno. «Se vogliamo costruire la pace, dobbiamo fare proposte concrete ed essere presenti nei luoghi di crisi» sottolinea Francesco Vignarca. Il progetto Mean punta con la sua mobilitazione a fare una proposta concreta sui «corpi civili di pace». «E per farlo c’è bisogno di una casa, l’Europa, che è però diversa da quella di oggi» spiega il promotore del movimento, Angelo Moretti. La pace e il cessate il fuoco «possono avvenire con la mobilitazione diretta delle persone e con il dialogo, per questo – spiega Manconi – sostengo l’iniziativa di Vita e Avvenire».

«La guerra è sempre una sconfitta e anche chi vince perde» ha poi sottolineato Zuppi in risposta alla posizione degli ucraini, raccontata in diretta dall’inviato di Avvenire Nello Scavo, secondo cui la pace fa rima con vittoria.

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