sabato 8 aprile 2023
La passione per i viaggi e la bici, oltre che per il suo lavoro di avvocato. Ma il suo «cuore d’oro» è nel tempo dedicato agli altri all’interno della Lega missionaria per gli studenti
Alessandro Parini, morto nell'attentato a Tel Aviv

Alessandro Parini, morto nell'attentato a Tel Aviv - Afp

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Riservato, ma «dal cuore d’oro». Un ragazzo «pulito, dall’anima bella, un puro di cuore». Un brillante avvocato che credeva nel valore dello studio per raggiungere i traguardi, sempre pronto ad aiutare gli altri, «soprattutto i più deboli». Alessandro Parini, l’avvocato amministrativista di 35 anni ucciso a Tel Aviv, riusciva a lasciare un segno in ogni persona che incontrava. Nella vita privata, così come nel percorso formativo e nel lavoro. Ecco perché adesso, tutti, sono ancora più increduli alla notizia della sua tragica morte. A cominciare dagli amici che due sere fa erano con lui. Un secondo prima si rideva e scherzava, in attesa di raggiungere il resto della comitiva per la prima cena della vacanza in un ristorante di Giaffa, vicino Tel Aviv, dove Alessandro era arrivato solo poche ore prima. Poi «abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto, gli spari e ci siamo dispersi - il loro racconto -. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue», dopo essere stato investito dalla macchina. Poi la corsa in ospedale dove lo avevano portato e la notizia che non ce l’aveva fatta.

Le sue erano amicizie solide e durature, «fratelli anche se non di sangue» è la descrizione sui social degli amici, perché con la sua «semplicità, la riservatezza, e la modestia» - i tre aggettivi con cui ieri i genitori lo hanno descritto uscendo dalla sua casa a Monteverde - conquistava tutti. «Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti - sono le poche parole che tra le lacrime riescono ad aggiungere - non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così». Educazione e riservatezza con cui viveva anche il rapporto con i vicini di casa, che adesso ricordano la sua voglia di viaggiare e la felicità della vacanza imminente in Israele. «Viaggiava tanto e viveva da solo. L’avevo visto prima di partire - raccontano - Era felice, certamente come chiunque prima di un viaggio a cui si tiene» .

Ma di questo ragazzo si ricorda soprattutto il suo amore per i mare e la bicicletta, il suo cuore d’oro sin dai tempi del liceo classico al Massimo di Roma, quando fece parte della Lega missionaria degli studenti (Lms). Ed ora, a riassumere i pensieri e lo sconcerto di tanti compagni di campi-scuola e ore di volontariato è padre Massimo Nevola, assistente ecclesiastico della Lms. «Era una persona timida a quei tempi, ma affidabile, un’anima bella e pulita a cui si potevano affidare qualsiasi incarico per la sua serietà - è il suo primo pensiero - con noi si è preparato alla cresima, ricordo con nitidezza il campeggio a Giove in Umbria, un altro in Piemonte. Così come un raduno di giovani a Parigi e la Gmg del 2000». Tutti i momenti che adesso, nei messaggini che da due giorni riceve dai ragazzi che hanno conosciuto Alessandro al liceo e nei primi anni di università, vengono ricordati con nostalgia. «Era davvero un’anima bella, sempre pronto ad aiutare tutti», ripete padre Nevola, ripercorrendo proprio i momenti in cui Alessandro è stato in Romania a Sighet, dove l’associazione “Il Quadrifoglio“ gestisce da tanti una casa famiglia per gli orfani, che oggi ospita anche i bimbi orfani ucraini. «Sin da quei tempi - aggiunge - si vedeva la sua competenza da avvocato e la sua dedizione ad aiutare il prossimo». Ma se gli si chiede un ricordo di Alessandro, padre Nevola non ha dubbi: il giorno del funerale di Giovanni Paolo II. «Dormimmo nella curia generalizia dei gesuiti con Alessandro e altri studenti - fa un sospiro - poi al mattino riuscimmo ad avvicinarsi al sagrato, perché i ragazzi volevano salutare il loro Papa da vicino. Credo che Alessandro abbia scelto di andare in questo tempo di Pasqua proprio in una terra tanto cara ai cristiani, per vivere con maggiore intensità questa festa».

Questo era Alessandro nel privato. Ma a scorrere il curriculum dello studio legale internazionale per cui lavorava a Roma si capisce il suo essere studente esemplare, che voleva fare la differenza anche nel lavoro. Laurea con il massimo dei voti all’università Luiss di Roma nel 2011, con una tesi in diritto amministrativo e tributario sugli accordi di diritto amministrativo nella fase di riscossione dei tributi. Nel 2019 il dottorato di ricerca in diritto pubblico all’università di Roma Tor Vergata con una tesi su “Concorrenza e appalti pubblici: tra libertà d’impresa e sostegno alle Pmi”. Abilitato all’esercizio della professione forense dal 2014, dal 2022 dopo aver superato il relativo esame era iscritto nell’Albo Speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione e alle altre Giurisdizioni Superiori. Da tempo iscritto all’Associazione giovani amministrativisti italiani, il collega con cui spesso si incontrava agli eventi dell’associazione Giorgio Leccisi lo ricorda così: «Siamo tutti sconvolti. Oltre al dolore per la perdita di un valoroso collega, c'è il sentimento di impotenza e incredulità davanti a fatti come questi».


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