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Alla fine la decisione esemplare c'è stata. Il ministro della Difesa Crosetto aveva promesso un'azione disciplinare nel rispetto delle regole e così è stato. Il generale Roberto Vannacci è stato rimosso dall'Istituto geografico militare di Firenze dopo le feroci polemiche suscitate dal suo libro autoprodotto 'Il mondo al contrario' e da lunedì è trasferito in forza extra organica al Comfoter area territoriale «a disposizione del comandante area territoriale per incarichi vari». La sua sede resterà Firenze. Subito dopo la decisione la replica del generale: «Quando scrivevo questo libro sapevo che avrebbe dato da discutere ma sicuramente non mi aspettavo questo polverone. Non replicherò a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò nelle sedi opportune». Inoltre, ricordando che la Costituzione difende la libertà di espressione, aggiunge: «Non vedo perchè dovrei fare un passo indietro per un libro in cui esprimo i miei pensieri, senza offendere nessuno. La libertà di opinione e di idee dovrebbe confrontarsi sulle argomentazioni e non attraverso la gogna mediatica».
Il fatto
Più che un caso letterario, una vera bufera. Il libro scritto e autoprodotto del generale Roberto Vannacci, 54 anni, un passato nella Folgore con ruoli di responsabilità nelle forze speciali in molte missioni all’estero, finisce al centro di polemiche con richieste di dimissioni immediate. In oltre 300 pagine, un vero e proprio saggio, l’attuale responsabile dell’Istituto geografico militare snocciola una serie di giudizi omofobi e prese di posizione contro femminismo, migranti e ambientalismo. Concetti espressi senza mezzi termini, in modo anche crudo e diretto. Pagine che, come prevedibile, non sono passate inosservate: i primi a occuparsi del libro- choc sono stati i siti specializzati in temi militari e di difesa. L’Esercito allora ha «preso le distanze», affermando che non era a conoscenza «dei contenuti» del volume. Né ai vertici militari è stata sollecitata da parte dell’autore alcuna «autorizzazione o valutazione».E di pochie ore fa la decisione della rimozione del generale dal suo incarico.
Il governo
Dal canto suo il ministro della Difesa Guido Crosetto è subito intervenuto per annunciare una azione disciplinare esortando a «non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate». Inoltre, il giorno successivo alla polemica, il ministro è tornato sull'argomento tentando di sminuire il caso e sottolineando che non prendeva alcuna posizione, ma applica semplicemente le regole. Il generale Vannacci, puntualizza il ministro, «ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione».
La difesa del generale
Il generale però non la pensa così e respinge le accuse, sostenendo che «le critiche» non lo disturbano. «Al ministro non replico - aggiunge mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti». Poi, tramite il suo legale, fa sapere di sentirsi strumentalizzato e di non rimangiari nulla di cioò che ha scritto nel volume.
Il libro
Il titolo scelto dal generale, Il mondo al contrario, sembra però già un chiaro biglietto da visita su quanto poi messo nero su bianco. Idee provocatorie in cui, sostanzialmente, si afferma che la società è oggi schiava delle lobby legate a queste minoranze. Parlando di omosessuali il generale afferma: «Normali non lo siete, fatevene una ragione! La normalità è l’eterosessualità. Se tutto vi sembra normale, invece, è colpa delle trame delle lobby gay internazionali». Commentando la polemica sorta su queste affermazioni, l’autore spiega che «la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità: per questo dico che sono a fianco degli omosessuali nella caratteristica di essere al di fuori della normalità». Nella quarta di copertina Vannacci prende posizioni contro coloro che, a suo dire, definiscono «civiltà e progresso» quando gli «occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale». Anche parlando della legittima difesa il generale, che si definisce erede di Giulio Cesare, non usa giri di parole: se un ladro entra in casa «perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani?». Nel testo anche riferimenti a Paola Egonu, campionessa di volley, per sottolineare che «è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità».
Le reazioni
Parole e frasi che scatenano la polemica delle opposizioni, che chiedono un intervento del governo. Per Piero Fassino (Pd), le «necessarie dissociazioni non sono sufficienti». Sulla stessa lunghezza il segretario di Si Nicola Fratoianni. Una netta condanna arriva pure dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dall’Anpi. Inoltre le parole del generale in una intervista ad un quotidiano riaccendono la bufera anche il giorno successivo.
«È evidente che le sue esternazioni sono inserite nel filone della nuova Cultura Popolare Meloniana» tuona il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che considera una beffa la rimozione del generale dal suo incarico.
«Crosetto, come ministro della Difesa, anziché derubricare a farneticazioni le frasi di Vannacci, deve porsi il problema del perché un generale dell'esercito si sia sentito legittimato a pubblicare un saggio dai contenuti apertamente eversivi e incostituzionali. È un suo dovere», scrive su Twitter Alessandro Zan, deputato Pd e responsabile Diritti del Partito Democratico, che insieme ad altri esponenti del Pd chiede un rapido procedimento disciplinare per Vannacci.