venerdì 21 marzo 2025
Chiara ha inventato "Invincibile", un progetto con cui gira le classi elementari del Milanese: «Con pedine e indovinelli gli alunni capiscono che solo collaborando tra loro si può vincere il crimine»
Il tabellone del gioco Invincibile

Il tabellone del gioco Invincibile

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La lotta alla criminalità organizzata può essere un gioco da ragazzi. Almeno secondo Chiara Piscopo Rizzo, trentunenne di Cambiago, che ha ideato e messo a punto “Invincibile”, un gioco in scatola dedicato alle vittime della mafia e alla legalità. A Chiara l’idea è venuta l’anno scorso mentre era al bancone del negozio di giocattoli in cui lavora quando non frequenta le lezioni del corso di Scienze dell’educazione all’Università di Bergamo. «Da qualche tempo andavo nelle classi come volontaria con la Rete Antimafie Martesana, che svolge attività di sensibilizzazione ed educazione alla legalità sul milanese; mi ero accorta però che tenere alta l’attenzione su argomenti così complessi diventava difficile. Io studio le tecniche per la didattica e sono sempre stata un’appassionata di giochi di ruolo tipo Dungeons & Dragons; ho messo insieme le due cose e mi è venuta questa illuminazione: e se provassi a raccontare la mafia e chi la combatte con un gioco in scatola?». Detto, fatto: prima ha pensato le regole e poi, con carta, forbici, penna e colori, in quattro e quattr’otto, Chiara ha disegnato il primo tabellone. Precario forse, ma funzionale: avvolto in un tubo, “Invincibile” ha fatto il giro delle classi quinte delle elementari di tante città del milanese e si è conquistato una certa fama. Tanto che la Banca di Credito Cooperativo ha deciso di finanziarne la produzione e oggi “Invincibile” è un gioco vero, acquistabile contattando l’associazione Rete Antimafie Martesana a cui l’incarico di distribuzione è stato affidato dalla sua creatrice.

Il gioco comincia con un messaggio che arriva ai giocatori: il malefico Marfus ha preso il controllo del mondo rubando le pagine del libro che regola la vita comune, la Costituzione. «Per batterlo – spiega Piscopo – le quattro squadre devono collaborare e cercare di recuperare le pagine che sono state nascoste nelle città in cui gli abitanti vivono impauriti». Per muoversi sul tabellone, però, bisogna anzitutto ricostruire i ponti che Marfus ha fatto crollare e che sono intitolati a persone che hanno lottato contro la mafia: da Peppino Impastato a Ilaria Alpi, da Lea Garofalo ai testimoni di giustizia Tiberio ed Enza Bentivoglio fino al magistrato Nicola Gratteri. Per ricostruire i collegamenti e recuperare le pagine – delle tessere bianche che rappresentano valori positivi come conoscenza, condivisione e coraggio – occorre superare ostacoli e risolvere indovinelli. Solo quando tutte le città sono state liberate, le quattro squadre insieme possono annullare il potere di Marfus sbaragliando la serie di tessere nere che rappresentano il ricatto, l’indifferenza e la paura con cui la forza malvagia esercita il potere.

«Il merito del gioco – spiega Piscopo Rizzo – è interessare i bambini e far nascere in loro delle domande. Con “Invincibile” i ragazzi capiscono che la lotta alla criminalità c’entra con ognuno di noi e soprattutto la lotta alla criminalità riguarda persone comuni: giudici, giornalisti e imprenditori ma anche contadini e persino bambini». “Invincibile”, con il suo svolgimento cooperativo, insegna anche che la mafia si batte solo se si agisce insieme.

Da poco Chiara, sempre per la Rete Antimafie Martesana, ha prodotto un secondo gioco, intitolato “Il segreto del papavero” e il cui scopo è affrontare le discriminazioni di genere. «Il trucco per rendere efficaci questi strumenti – rivela l’autrice – è mantenere uno spirito giocoso, persino quando si parla di argomenti così gravosi».

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