Fiction, corti e documentari da tutto il pianeta all'iniziativa di Cisl e Acli Lombardia. Fra i titoli anche il premio Oscar «Nomadland» di Chloé Zhao con Frances McDormand - (Ansa)
Ci sono opere strapremiate come Nomadland di Chloé Zhao, Oscar per il miglior film, la miglior regia e la migliore attrice protagonista (Frances McDormand), per non dire del Golden Globe e del Leone d’Oro conquistati da questa storia di vita itinerante, fragile, emarginata, e di inedite solidarietà spuntate come fiori di strada fra le macerie economiche e sociali dell’Ovest degli Stati Uniti. E ci sono titoli, registi, attori sconosciuti al grande pubblico, con le loro storie così spesso lasciate ai margini o fuori dalla "dieta mediatica" dei più. Ci sono lungometraggi di fiction, cortometraggi e documentari. E c’è pure una mostra di fotografia. Il denominatore comune? Sono tutte storie di lavoro e di lavoratori. Provenienti da tutto il mondo. E c’è dentro tutto il mondo del lavoro: con le sue fatiche, le contraddizioni, le ingiustizie, ma anche i semi di speranza, solidarietà, riscatto. Il lavoro che è stato, il lavoro che verrà.
Benvenuti al «Labour Film Festival», la rassegna dedicata all’incontro fra cinema e lavoro, promossa da Cisl e Acli Lombardia con il Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni (Milano), che si terrà dal 2 settembre al 7 ottobre prossimi. L’iniziativa, giunta alla diciassettesima edizione, quest’anno mette in agenda una ventina di appuntamenti, 25 pellicole e diverse serate speciali, con gli interventi di registi ed esperti. «Unico in Italia, uno dei quattro nel panorama europeo – sottolineano i promotori – nonostante le difficoltà create dalla pandemia il festival anche quest’anno ripropone la formula articolata su tre sezioni: Labour.Short, dedicata ai cortometraggi, Labour.Doc, ai documentari, e Labour Film, i lungometraggi di fiction».
Fra caporalato e lavoro minorile
In questa terza sezione si offrono titoli – oltre al citato Nomadland – come Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia, 2020), esempio di cinema impegnato che accende i riflettori sul caporalato. O come Figli del Sole di Majid Majidi (Iran, 2020), con le sue storie di bambini costretti a lavorare per sostenere le loro famiglie (una condizione che riguarda 152 milioni di minori in tutto il mondo, annotano i promotori del Labour Film Festival). O come Semina il vento di Danilo Caputo (Italia, 2020), storia di Nica che lascia gli studi di agronomia per prendersi cura dell’uliveto della nonna, che però suo padre utilizza come discarica tossica.
Un'altra immagine tratta dal film di Chloé Zhao «Nomadland», storia di vita itinerante ed emarginata e di lavoro "fragile" nell'Ovest degli Stati Uniti - (Searchlight Pictures - 20th Century Studios)
Raccontare la guerra, costruire la pace
Il festival prenderà il via giovedì 2 settembre alle 21 con la presentazione della mostra fotografica After Life (al Cinema Rondinella fino al 26 settembre) dedicata all’esperienza della Carovana della Pace, «una mobilitazione di uomini e donne che in modo spontaneo ma determinante diedero aiuto alle popolazioni vittime della guerra in ex Jugoslavia». La sera stessa – alle 21,15 – verrà proiettato In prima linea di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso, premiato quale miglior documentario all’International Filmmaker Festival 2021 di New York, nel quale si dà volto e voce a 13 fotoreporter di guerra italiani. Si apre così la sezione dedicata ai documentari, otto titoli (e otto storie) che spaziano dall’Italia alla Georgia, dalla Germania all’America Latina. «Chiuderà la rassegna il Labour Short Award – ricordano infine gli organizzatori –, la serata dedicata ai corti che ogni anno riscuote grande successo». Otto i titoli in lizza, tutti italiani.
Duci (Cisl): vita e comunità, il lavoro è cultura
«Il lavoro è anche, e soprattutto, un approccio culturale: nella nostra visione di società, che valore e che posto ha il lavoro? Questi appuntamenti annuali con la settima arte – ha dichiarato il segretario generale Cisl Lombardia, Ugo Duci, presentando il Labour Film Festival – vogliono ribadire che per noi il lavoro è elemento essenziale della vita dell’uomo e del senso compiuto delle comunità che l’uomo realizza».
Programma, aggiornamenti e biglietti
Anche per l’edizione 2021 il Labour Film Festival allinea numerosi media partner quali Avvenire, Il diario del lavoro, Il Segno, Radio Marconi, Conquiste del lavoro, Labor Tv, Job notizie. Il costo del biglietto d’ingresso: 5 euro per le proiezioni serali e 3 per quelle pomeridiane. L’intera rassegna si svolge, come sempre, al Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni (viale Matteotti 425) con il patrocinio del Servizio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Milano e di Europa Cinemas, e con la collaborazione del Circolo Acli San Clemente, di Lombardia Servizi e di BiblioLavoro. Programma completo, aggiornamenti e schede di tutte le pellicole in www.cinemarondinella.it e in www.lombardia.cisl.it (sezione «Cinema e lavoro»).