venerdì 15 marzo 2024
Il club giallorosso: nessuna discriminazione, la coppia ha violato il codice etico della Società. La procura della Federcalcio apre un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità di tesserati
La sede della Roma a Trigoria

La sede della Roma a Trigoria - ANSA

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Quello subìto dalla dipendente della As Roma non è stato un "licenziamento maschilista", perché ha riguardato anche il partner. In realtà i due non erano più compatibili con le loro mansioni, dal momento che lavoravano con minorenni. La società sportiva della Capitale interviene nel caso del "video hot" sottratto e diffuso nell'ambiente della squadra da un giocatore della Primavera. La Federazione italiana gioco calcio intanto apre un'indagine sulla vicenda per accertare eventuali responsabilità da parte di tesserati.

«Con riferimento a quanto apparso su alcuni organi di stampa - si legge sul sito della AS Roma - in relazione ad una vicenda, in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l'AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo - è quanto sostiene la Società - in un momento cruciale della stagione sportiva».

Sulla vicenda comunque la Procura della Federcalcio ha aperto un'indagine sulle possibili responsabilità di tesserati nella vicenda della diffusione del video privato. A quanto si apprende, sono in corso gli interrogatori e le acquisizioni degli atti.

Il comunicato del club giallorosso informa anche che «la Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l'impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni».

L'AS Roma lamenta infine una «inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti», accennando a una presunta «trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative». Il club non esclude passi legali «in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati».




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