L’ultima spia di un vero e proprio allarme sociale si è accesa un paio di giorni fa. Un bambino di quattordici mesi, in overdose da hashish, è stato trasferito, con elisoccorso del 118, da Lampedusa all’ospedale 'Di Cristina' a Palermo e ricoverato in Terapia intensiva per monitorare possibili danni cerebrali. La Procura per i Minorenni, diretta da Claudia Cara-manna, lo ha affidato al direttore sanitario. Per fortuna, le ultimissime notizie dall’Ospedale dei Bambini – così viene chiamato il 'Di Cristina' – sembrano confortanti. Il piccolo starebbe recuperando, anche se l’allerta e l’attenzione sono al massimo livello. E c’è quella spia lampeggiante del fenomeno, che è una spina nel cuore dell’infanzia violata.
A Palermo è una storia che si ripete, già più volte raccontata. Le vittime, secondo la casistica, sono i figli piccolissimi di genitori con problemi di tossicodipendenza che si intossicano casualmente e finiscono in corsia. Dall’ottobre scorso si sono registrati dodici casi, di cui sette da gennaio a oggi. La dottoressa Maria Lucia Furnari, direttore medico di presidio, è una figura storica del nosocomio e ne ha viste tantissime.
È stata in prima linea, dove è tuttora, ad affrontare il Covid, nei giorni più cruenti della pandemia, e conosce molto bene il fenomeno dell’assunzione casuale di sostanze stupefacenti. «Quello che colpisce – spiega la dottoressa – è la concentrazione dei casi. Dal gennaio scorso abbiamo registrato sei bambini intossicati da cannabinoidi e uno da metadone. Generalmente sono bimbi molto piccoli che provengono da famiglie con genitori giovanissimi, assuntori abituali di droga. È un dramma significativamente legato al disagio sociale, ma non solo, perché i contesti sono trasversali. Fortunatamente soltanto uno di loro, in questi ultimi mesi, è finito in coma, ma poi si è ripreso.
Li riconosciamo subito, quando vengono accompagnati al pronto soccorso. Hanno tutti una sintomatologia caratterizzata da torpore e sonnolenza». Il dottore Salvatore Requirez è il direttore sanitario dell’ospedale Civico che comprende il 'Di Cristina'. Le sue parole sono nette e non possono che allarmare ancora di più. «Intanto – chiarisce – è bene inquadrare il fenomeno. Si tratta di bambini intossicati, da zero a due anni. Dall’ottobre scorso a oggi, quindi in un anno solare, ci siamo occupati di dodici casi. La Procura, da tempo, sta giustamente alzando le antenne su quello che accade, pure come prevenzione. Ecco perché noi siamo molto scrupolosi con lo screening e gli esami a tappeto. Nel sangue dei bambini troviamo di tutto: anfetamine, benzodiazepine, cannabinoidi, ecstasy, cocaina, metadone e oppiacei. Secondo noi questa è la classica punta dell’iceberg, pensiamo che la situazione sia molto più grave ed estesa».
L’assessore alle Attività sociali, Rosi Pennino, si è insediata da poco, dopo le Comunali che hanno portato all’elezione del sindaco Roberto Lagalla. «L’allarme è assolutamente giustificato e riguarda sia l’infanzia che l’adolescenza – dice il neoassessore –. Penso anche al crack che circola abbondantemente tra i ragazzi. Ho convocato un tavolo che si è insediato e mette insieme l’Asp, la scuola, il Terzo settore e tutti i soggetti interessati. Spero di potere ottenere quanto prima qualche risultato, anche se è vero che il Comune interviene in un secondo momento, dopo l’ospedale e la magistratura. Avvieremo un monitoraggio attento e saremo presenti sul territorio. Bisogna fare presto».