Ursula von der Leyen - Ansa
Il Parlamento europeo ha rieletto Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti. Sette le schede nulle. I votanti sono stati 707. La maggioranza minima richiesta per l'elezione era 360. Già nel discorso tenuto al Parlamento Ue, Ursula Von der Leyen aveva fatto intendere quale maggioranza volesse a sostegno del suo secondo mandato al vertice della Commissione. La sostanziale continuità con la precedente legislatura, soprattutto sul Green Deal, era un indizio chiaro: l'appoggio dei Verdi ha rappresentato per la politica tedesca quel cuscinetto di sicurezza che invece non è venuto dai Conservatori e da Fratelli d'Italia. E infatti alla fine FdI, il partito della premier italiana Giorgia Meloni, nel segreto dell'urna vota "no" dopo una mattinata segnata dalla più assoluta indecisione.
Il programma di VdL: avanti con il Green deal, fondi all'industria, un commissario alla Difesa e uno per il Mediterraneo
La presidente della Commissione designata Ursula von der Leyen nell'aula di Strasburgo si è impegnata a mantenere la rotta sul Green Deal europeo e ha promesso un piano per l'industria pulita nei primi 100 giorni di mandato. Il piano straordinario per l'industria "preparerà la strada verso l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040, che proporremo di inserire nella nostra legge europea sul clima", si legge nel documento che Von der Leyen legge. "Guardando al futuro - dice Von der Leyen -, il Clean Industrial Deal deve consentirci di investire di più insieme nelle tecnologie pulite e strategiche e nelle industrie ad alta intensità energetica" e "per questo proporrò un nuovo Fondo europeo per la competitività nel quadro della nostra proposta per un bilancio nuovo e rafforzato. Per quanto riguarda i finanziamenti e gli investimenti pubblici, la prima priorità sarà garantire l'utilizzo delle risorse disponibili tramite NextGenerationEU e il bilancio attuale".
La presidente uscente conferma anche che la legislatura appena iniziata sarà molto militarista: "Per contribuire al coordinamento del lavoro sulla difesa a livello europeo, nominerò un Commissario per la Difesa, che lavorerà a stretto contatto con il prossimo Alto Rappresentante/Vicepresidente, in conformità con i Trattati. Il nostro lavoro nei prossimi cinque anni si concentrerà sulla costruzione di una vera e propria Unione europea della Difesa. Gli Stati membri manterranno sempre la responsabilità delle proprie truppe, dalla dottrina allo schieramento, ma l'Europa può fare molto per sostenere e coordinare gli sforzi per rafforzare la base industriale della difesa, l'innovazione e il mercato unico".
Un messaggio che non piace alle destre europee - non solo ai Patrioti di Le Pen e Salvini, ma anche ai Conservatori - riguarda Orban."Due settimane fa - ha detto Von der Leyen - un premier europeo si è recato a Mosca. Questa cosiddetta missione di pace è stata solo una missione dell'acquiescenza, dell'appeasement, una politica di eccessive concessioni. Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelare noi tutti. Nessuno vuole la pace più dell'Ucraina e l'Ue sosterrà l'Ucraina finché sarà necessario", ha scandito VdL. Dai banchi dei Patrioti sono però partite delle grida "bravo Orbán", sommerse però dall'applauso dell'emiciclo a Von der Leyen. Che ha poi scandito: “Non permetterò agli estremisti di distruggere l'Ue”.
Il segnale più importante lanciato a Meloni riguarda le migrazioni. "Rifletteremo su nuovi modi per contrastare la migrazione irregolare nel rispetto del diritto internazionale e garantendo soluzioni sostenibili ed eque per i migranti stessi. Intensificheremo inoltre il nostro lavoro sui rimpatri, sulla prevenzione della migrazione illegale e sulla lotta al traffico di esseri umani. Garantirò una maggiore trasparenza nei confronti del Parlamento europeo su tali accordi", dice von der Leyen. "Nominerò - conclude - un commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi".
Ma, evidentemente, non è stato sufficiente a rimuovere le riserve della premier italiana.