giovedì 6 settembre 2018
I funerali della figlia dell'imprenditore Serafino Ferruzzi e moglie del manager Raul Gardini, suicidatosi in piena Tangentoli. Divenuta terziaria carmelitana, fu sempre attenta ai poveri
Idina Ferruzzi con il marito Raul Gardini in una foto d'archivio

Idina Ferruzzi con il marito Raul Gardini in una foto d'archivio

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Si sono svolti mercoledì pomeriggio nella Basilica di San Francesco a Ravenna, la chiesa di Dante, i funerali di Idina Ferruzzi, con la partecipazione di tutta la città romagnola. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Ugo Salvatori, parroco di San Rocco e amico di famiglia. Come amici di famiglia e di Idina erano presenti i personaggi più noti del capoluogo romagnolo, dal maestro Riccardo Muti, che il 23 luglio scorso tenne un concerto per ricordare Raul Gardini, marito di Idina, a 25 anni dalla morte tragica (suicidio), avvenuta in piena Tangentopoli, ad Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che ricorda il grande ruolo di Idina nella vita sociale della città, come quando nel 1983 si mise alla testa di una sottoscrizione, “mettendo molto di suo”, per acquistare una Tac per l’ospedale della città.

Insomma, con la chiesa strapiena di gente, Ravenna tutta ha voluto dire grazie alla figlia dell’imprenditore di cereali Serafino Ferruzzi e alla vedova del manager Raul Gardini, che ha condotto per 82 anni una vita lontano dai riflettori, ma sempre vicina ai semplici e ai più bisognosi, “senza far sapere alla sinistra quello che faceva la destra”, secondo il detto evangelico appreso dall’amico cardinal Ersilio Tonini.

Con la tragica morte del marito, che aveva osato sfidare i big dell’economia europea e americana, Idina si è accostata alla Chiesa, diventando terziaria carmelitana e frequentando spessissimo il monastero delle Clarisse Cappuccine di via Pietro Alighieri, dove martedì scorso è stata allestita la camera ardente, come aveva chiesto sempre alle suore. Racconta suor Agnese, sarda di origine, ma in monastero da 52 anni: “Da 25 anni eravamo come sorelle e si confidava con me. Idina ha sofferto moltissimo, prima per la morte tragica del padre per incidente aereo, poi per quella ancora più tragica dell’amato marito Raul. Ma ha sempre offerto queste sofferenze al Signore. Quando non poteva venire, ci sentivamo per telefono. Prima di tutto chiedeva di che cosa avessimo bisogno e chiedeva preghiere per i tre figli e i nipoti. Nel monastero ha trovato un punto di riferimento spirituale, la forza e il sostegno. Per noi è stata un ponte col mondo e con Dio”.

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