lunedì 24 giugno 2013
Il ministro delle Pari Opportunità, al centro della vicenda dei presunti abusi edilizi sulla casa palestra di Ravenna, ha deciso di lasciare il suo posto. Letta ha accolto le dimissioni dell'ex canoista. Intanto la Procura di Ravenna apre un fascicolo.
EDITORIALE  Lezione Idem di Massimo Calvi
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È amareggiato, Enrico Letta. Conosce Josefa Idem da tempo e mai avrebbe pensato a un esito così nero. Il presidente del Consiglio ha già assistito alla lettura del verdetto su Silvio Berlusconi e la tensione nel suo studio è alta da un bel po’. Perciò la vicenda del ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili che non avrebbe commesso irregolarità riguardo la sua casa-palestra di Ravenna è un caso troppo delicato che il "governo di servizio" non può permettersi. Sul rigore non si può transigere. Letta lo ha spiegato domenica: «Nessun doppio standard». Parole arrivate come una doccia fredda sulla campionessa, che non aveva dato segni di cedimento. Anzi. Idem aveva fatto sapere di non voler mollare. Poi però, la durezza delle espressioni del capo dell’esecutivo, pure mai rigido e «garantista», non hanno bisogno di interpretazione. Non ci sono altre vie d’uscita se non le dimissioni. C’è bisogno di più di un’ora di confronto tra il capo del governo e la pluridecorata olimpionica per concordare un’uscita il più possibile indolore. Idem ottiene dal premier di essere lei stessa a spiegare le ragione della scelta. «Come ministra – dichiara – ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del "gioco". La "persona" Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti». Perciò, assicura, «quando sono salita dal presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque voluto condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi». Dunque, la decisione irrevocabile dell’abbandono della nave è l’unica soluzione.Letta attende paziente la comunicazione ufficiale, che ci impiega parecchio tempo ad arrivare. Da parte sua, le parole di commiato sono già pronte. «Ho preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni. Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l’ho scelta e le ho chiesto di entrare far parte del governo», sentenzia. E, a dimostrazione di una stima pregressa, continua: «Spero che sia salvaguardata ora la vita privata sua e della sua famiglia. A Josefa esprimo il più sincero ringraziamento per questi 50 giorni di lavoro comune, nei quali ha avuto modo di dimostrare qualità politiche e amministrative che al governo del Paese sarebbero state utilissime». Letta, in attesa che la notizia diventi ufficiale, ha già comunicato al capo dello Stato la novità. E anche la volontà di redistribuire le deleghe al prossimo Consiglio dei ministri, dove potrebbe essere assegnate anche quella per la Famiglia.E mentre la campionessa di canoa raggiunge anzi tempo il traguardo, a Ravenna si apre formalmente l’inchiesta della magistratura sul caso di evasione fiscale. Sono partite le verifiche della polizia municipale sulla residenza-palestra a Santerno. Al vaglio della sezione di polizia commerciale sia la parte relativa ai presunti abusi edilizi che sulla destinazione d’uso della palestra, oltre alle dichiarazioni del ministro sulla residenza. Il fascicolo, secondo quanto riferito dal procuratore capo pro tempore Isabella Cavallari, è stato aperto senza ipotesi di reato. Peraltro potrebbe aprirsi un altro fronte, relativo agli oneri previdenziali, per 8.642 euro, che il Comune di Ravenna aveva corrisposto all’allora assessore allo Sport Josefa Idem alla luce dell’assunzione dell’olimpionica da parte del marito-allenatore Guglielmo Guerrini.<+copyright>
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