martedì 31 dicembre 2024
Eventi, situazioni, valori che hanno scandito positivamente gli ultimi 12 mesi: prendiamo in prestito le storie di cinque testimoni che rappresentano la società che desideriamo
Da sinistra in senso orario: madre Ignazia Angelini, Sammy Basso, Balbir Singh, Giulia Terzi e Gisèle Pelicot

Da sinistra in senso orario: madre Ignazia Angelini, Sammy Basso, Balbir Singh, Giulia Terzi e Gisèle Pelicot - .

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Impossibile riassumere un anno denso, anche e soprattutto di dolorose contraddizioni, come il 2024. Un anno che abbiamo raccontato giorno dopo giorno, e che per ora sfugge a realistici tentativi di sintesi o lettura. Lontani da questa ambizione, ad Avvenire in questi ultimissimi giorni dell’anno che va a finire ci siamo interrogati su quali fossero le istantanee che, nonostante tutto, vogliamo lasciarci impresse di questo 2024. Eventi, situazioni, valori che hanno scandito positivamente gli ultimi 12 mesi. Per condividerlo con voi, cari lettori e care lettrici, prendiamo in prestito i volti di cinque testimoni per noi significativi. Non sono gli unici o le uniche possibili, le storie - anche quelle costruttive - per fortuna sono tante e non basterebbe un intero numero del giornale a contenerle. Che sia l’ascolto di una Chiesa aperta, o l’ostinazione di chi fa delle sue debolezze una forza in più, che sia il coraggio di chi denuncia le offese subite, in famiglia come sul lavoro, questi cinque volti per noi sono l’espressione della società in cui vorremmo poter vivere la nostra vita e quella dei nostri figli. E per questo rappresentano l’augurio che facciamo a voi e alla nostra società per il 2025, di cui tutti e tutte dobbiamo sentirci orgogliosamente corresponsabili. Buon anno!

Prendersi a cuore la fragilità: la lezione di Sammy Basso

Avrebbe avuto tutte le ragioni per avercela con il destino e per seppellirsi nella rabbia e nella recriminazione. Invece Sammy Basso amava la vita: la progerie, che l’aveva condannato in un corpo da alieno e l’ha portato alla morte a 29 anni, lo scorso 5 ottobre, non gli impediva di reclamare e di gridare al mondo che si può essere felici, si può godere dell’affetto della famiglia e di una miriade di amici, si può studiare e impegnarsi per gli altri malati, perché siano meno soli. La lezione di Sammy è che l’amore è la cura. Prendersi a cuore la fragilità, farne una risorsa e non un limite, una leva e non un peso, condividere percorsi di vita, costruire relazioni in un mondo a misura di tutti.

Gisèle, icona del coraggio delle donne

Nel cuore della Provenza si è consumata una delle vicende più sconvolgenti degli ultimi anni, la sottomissione chimica e lo stupro di una donna già matura a opera del marito e di decine di “invitati”. Il 19 dicembre, 51 uomini sono stati condannati dal Tribunale di Avignone. La vittima, Gisèle Pelicot, ha voluto che il processo si celebrasse a porte aperte ed è diventata un’icona globale. Di coraggio: perché ha reso chiaro a tutti che non è mai la vittima di violenze a doversi vergognare del male subìto, ma chi quel male lo commette. Icona della necessità di denunciare, parlare, chiedere giustizia, anche se costa moltissimo sul piano personale. E poi un’icona di resilienza, perché ha resistito a ogni genere di oltraggio dei suoi carnefici, prima e durante il processo. Grazie, Gisèle.

Madre Ignazia, voce di donna nella Chiesa

Madre Ignazia Angelini, classe 1944, è badessa del monastero benedettino di Viboldone, alle porte di Milano. È stata una delle persone incaricate di tenere le meditazioni preparatorie per i padri sinodali sia nel 2023 sia quest’anno. Un esempio concreto di voce femminile che parla dentro e alla Chiesa. Del resto lo stesso Sinodo dei vescovi ha affrontato il tema del ruolo delle donne nella Chiesa. Papa Francesco nel suo pontificato ha nominato diverse donne (consacrate e laiche) in posizioni apicali all’interno degli organismi vaticani. Significativo che per preparare i padri sinodali ai lavori, il Papa abbia voluto anche una voce femminile. La vera sfida non è tanto far sentire la voce delle donne, quanto essere capaci di ascoltarle e riflettere su quello che hanno da dire.

Balbir Singh, un uomo in rivolta

Quando ha ascoltato la sentenza del giudice, Balbir Singh è scoppiato a piangere: dopo sette anni il bracciante indiano sikh ha avuto giustizia. Il Tribunale di Latina lo scorso febbraio ha condannato il suo “padrone” a cinque anni di reclusione per sfruttamento. A soli ottanta chilometri da Roma, nell’Agro Pontino, Balbir Singh lavorava sedici ore al giorno, sette giorni alla settimana per una retribuzione che variava tra i 50 e 150 euro al mese. Per mangiare, rubava il cibo che il padrone italiano gettava alle galline e ai maiali. Condizioni di schiavitù in un Paese democratico che afferma di essere fondato sul lavoro. Balbir Singh, “un uomo in rivolta” come direbbe Camus, ha però deciso di non rassegnarsi e di ribellarsi, di combattere per la sua e la nostra libertà e dignità.

Giulia Terzi, la mamma d'oro dello sport

Giulia Terzi è il volto raggiante dello sport italiano nell’anno olimpico. La campionessa bergamasca e il fidanzato Stefano Raimondi si sono consacrati coppia d’oro del nuoto azzurro salendo dieci volte sul podio ai Giochi paralimpici di Parigi 2024 (una medaglia d’oro anche insieme nella staffetta). Già da Tokyo erano tornati con ben 12 medaglie, questa volta però la soddisfazione è stata doppia perché sugli spalti c’era anche il loro piccolo Edoardo di appena sei mesi. «È stato bello averlo con noi, un giorno gli racconteremo cos’hanno fatto mamma e papà» ha detto Giulia che a 29 anni si è tolta anche la soddisfazione di primeggiare in acqua a pochi mesi dal parto. Una favola che corona anche l’edizione da record per l’Italia alle Paralimpiadi 2024: 71 medaglie, due in più rispetto a Tokyo 2020, con ben 24 ori, 10 in più rispetto al Giappone.

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