giovedì 22 agosto 2024
Due visioni distanti e lo spettro di una nuova scissione. Il Movimento sta con l'ex premier. La verità nella Costituente di ottobre: simbolo, due mandati, Ue, alleanze: ecco la sfida
Braccio di ferro Grillo-Conte, cosa succede nel Movimento 5 stelle

ANSA

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Beppe Grillo non ha nessuna intenzione di mollare. Nome, simbolo e limite di mandati sono tre punti fermi su cui non indietreggia. Giuseppe Conte non parla. Ma chi lo conosce da sempre sa che dopo lo debacle delle europee di giugno (il Movimento 5 stelle è precipitato al 9,9%) ha deciso di mettere in gioco tutto. Anche la sua leadership. È un braccio di ferro duro. La Costituente di metà ottobre voluta dall'ex premier sarà il momento della verità. E gli esiti sono imprevedibili. Grillo guarda con sempre più diffidenza le mosse di Conte. Sa che vuole rimettere in giuoco tutto. Sa che vuole snaturare il "suo" Movimento. Tutto. Simbolo, alleanze, collocazione in Europa, Statuto, Carta dei Valori, regola dei due mandati. Una vera rivoluzione e il padre del Movimento ha deciso di attaccare. È una sfida drammatica e il rischio scissione non viene escluso da nessuna delle parti. Il Movimento guarda le mosse del Fondatore e quelle dell'Avvocato. Nessuno esclude la rottura insanabile con l'inevitabile coda di ricorsi e carte bollate. Qualcosa fa capire Enrico Maria Nadasi, commercialista genovese e amico di vecchia data di Grillo: al centro dello scontro c'è anche il futuro del simbolo del Movimento. Per il garante e co-fondatore del M5S, il nome e il vessillo pentastellato rappresentano "pilastri insostituibili" della sua creatura politica; Conte, invece, non considera il simbolo del Movimento un totem inscalfibile e invita gli iscritti a esprimersi anche su un eventuale re-branding del M5S in vista dell'assemblea costituente d'autunno. Ma con chi sta la classe dirigente pentastellata? L'attuale gruppo dirigente, e non solo, è compatto intorno a Conte e tra i "reduci" del Movimento delle origini decisi a dare battaglia c'é chi pensa che il garante Grillo si sia mosso con qualche ritardo di troppo. Di sicuro, nel Movimento 5 stelle ognuno rivendica l'originalità del progetto in vista della Costituente di metà ottobre lanciata ufficialmente da Conte. I nodi principali, al momento, sono le regole e soprattutto il tetto dei due mandati per gli eletti. Su una cosa pero' sembra esserci accordo: decide la base. Democrazia partecipata e prova degli iscritti. Alla fine, infatti, e' questo il quibus che il M5s dovra' affrontare dopo la pausa estiva. Il nodo lo vogliono sciogliere di petto sia il leader Giuseppe Conte, che ha dalla sua la maggioranza degli attuali pentastellati, sia il cofondatore del M5s, Beppe Grillo, che ha tentato di mettere dei paletti precisi: simbolo, nome e tetto dei due mandati. Per Conte e per tantissimi M5s la Costituente sarà uno spartiacque: da una parte c'é chi - e in testa l'ex premier - chiede di andare avanti; dall'altra chi chiede di tornare alle radici. «Vogliono trasformare il Movimento per farne il partito di Conte, che non è mai stato un grillino». E ancora: «Vogliono affossare gli avversari e stanno epurando la lista degli iscritti per avere gioco facile e vincere», denunciano fonti 5 stelle. In ogni caso Grillo, da statuto, chiederà di rispettare il regolamento delle votazioni, richiamando l'articolo 10, per il quale è necessario il 50 per cento più uno dei consensi per cambiare le cose. I "big" del Movimento, attuali ed ex, al momento tacciono. Non parla Alessandro Di Battista, che dall'estero dice: sto facendo altro. Non risponde un ex ministro come Danilo Toninelli. Tuttavia tra i "reduci" sembra emergere una sorta di rimprovero a Grillo per essere intervenuto troppo in ritardo. Comunque sia dai fautori di Conte, così come dai suoi avversati, arrivano considerazioni che suonano uguali nella rivendicazione politica: «Noi siamo il vero Movimento». Un muro contro muro, che qualora non trovasse composizione potrebbe concretizzare nuovamente lo spettro già apparso ai tempi di Lugi Di Maio: la scissione. Barbara Floridia, senatrice del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ammette i rischi: «Grillo e Conte hanno visioni distanti del futuro del Movimento, ma sono entrambi centrali, complementari... La speranza è che non si arrivi a una rottura...». Già, la speranza. «Per me - va avanti Floridia - la soluzione migliore è che si affidi tutto agli iscritti, perché il Movimento appartiene alle persone, non solo a noi eletti o a chi lo dirige... Il limite dei due mandati? Mi ha dato libertà. E la vera sostanza è la visione, lo è sempre stata. A me interessa quello». Parla anche Pasquale Tridico, capodelegazione dei Cinque Stelle al Parlamento europeo: «Il M5S è molto più coeso di come possa talvolta sembrare... Stimo Grillo, e gli sono grato perché senza di lui il Movimento non esisterebbe. Ma senza Giuseppe Conte il Movimento sarebbe scomparso. Dopodiché ora c'è un terzo soggetto in campo, che è la comunità del M5S, quella che deciderà nella costituente, in un processo dal basso che non ha precedenti. C'è stato un vero cambiamento rispetto al passato del M5S, in cui spesso decidevano una o due persone e la democrazia diretta di fatto non c'era. Lo prova anche il fatto che alla fine alle votazioni partecipavano non più di 20 mila iscritti chiamati a dire sì o no a quesiti preordinati». La grande sfida è solo all'inizio, ma Conte pare nettamente avanti.

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