lunedì 6 aprile 2009
Giampaolo Giuliani, un ricercatore dell'Istituto Nazionale di Astrofisica dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, negli ultimi giorni aveva anticipato l'allarme du un imminente sisma, ma era stato denunciato. La risposta del Centro Nazionale Terremoti: «Impossibile una previsione».
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"Prevedo un terremoto". E l'infausta profezia si è avverata. A lanciare l'allarme su un imminente disastroso evento sismico in Abruzzo era stato, una settimana fa, un ricercatore dell'Istituto Nazionale di Astrofisica dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani. E la sua profezia, che ha suscitato il panico tra i cittadini dell'Aquila e di Sulmona - sull'orlo di una crisi di nervi a causa dallo sciame sismico che da metà febbraio fa tremare la terra in queste zone - gli è costata una denuncia per procurato allarme dopo una riunione d'urgenza della Commissione grandi rischi della protezione civile. Le previsioni di Giuliani si basano sull'analisi di un gas (il Randon) sprigionato dalla crosta terrestre; il tecnico hai mpiegato due anni per costruire uno strumento in grado di rilevare, osservare e studiare il Randon con l'aiuto di un sismografo che, a causa dell'intenso sciame sismico che ha interessato la zona negli ultimi mesi, ha insospettito lo studioso. E ora è polemica, dopo che una settimana fa il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, si era scagliato contro le previsioni dell'esperto che si era"prodigato" a impaurire i sulmonesi.Il sistema elaborato da Giuliani. La ricerca scientifica condotta dal 2003 dal tecnico di ricerca aquilano Gioacchino Giuliani offre la possibilità di prevedere, dalle 6 alle 24 ore prima, un evento sismico calcolandone epicentro, intensità e ipocentro, grazie a una rete di rivelatori di concentrazione di gas radon. Giuliani, dopo quanto accaduto, è stato costretto a oscurare i dati consultabili da tutti sul suo sito. Molte le reazioni degli esperti che contestavano l'efficacia di questa previsione. In realtà lo scorso giugno era stata annunciata la nascita, nel tunnel sotterraneo di una scuola dell'Aquila, della prima sala sismica al mondo per la previsione di terremoti, con un anticipo tra le 6 e le 24 ore in un'area grande quanto l'Abruzzo, sulla base, proprio, del sistema brevettato da Gioacchino Giuliani, che nel 2005 illustrò la sua rete di monitoraggio in un seminario ai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).   In tutto cinque stazioni sismiche attrezzate, una presso una scuola dell'Aquila, le altre nelle frazioni di Coppito, a Sergi,  nel Comune di Fagnano e a Pineto (Teramo). L'Infn avverte oggi che il tecnico ideatore del sistema non fa parte dell'Istituto, ma dell'Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica). Basili (Centro nazionale dei terremoti): «Impossibile prevederlo». "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto -. Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore Giampaolo Giuliani Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questotipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri".
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