"Qui vivono ebrei" e la stella di David sulla porta del figlio di una deportata - ANSA
A pochi giorni dalla Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio, un grave episodio di antisemitismo a Mondovì, in provincia di Cuneo, e un altro a Noto, in provincia di Siracusa.
A Mondovì la scritta Juden hier, «qui ci sono ebrei» - come nelle città tedesche durante il nazismo - è comparsa nella notte appena trascorsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi. Il proprietario è figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell'orrore dei lager. Nella casa sfregiata dalla scritta la donna ha vissuto sino alla morte, nel 1996. Pochi anni fa proprio per rendere omaggio a questa protagonista dell'antifascismo il Comune le ha intitolato la via dove sorge la casa.
Sdegnato il commento del sindaco di Mondovì, Paolo Adriano: «È un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente. Un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, Città Medaglia di Bronzo al Valor Militare nella Guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi». Il sindaco come risposta pubblica all'atto sta «organizzando per rispondere con un'apertura straordinaria della Sinagoga di Mondovì» estendendo a tutti i cittadini l'invito «a partecipare per esprimere non solo vicinanza e solidarietà alla Comunità Ebraica, ma per affermare con forza la nostra appartenenza ad una società civile e democratica e condannare pericolosi rigurgiti di antisemitismo. In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto, esprimo - a nome mio, dell'Amministrazione tutta e della cittadinanza - solidarietà alla Comunità Ebraica, al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione Mondovì poserà due nuove "pietre alla memoria" di due concittadini deportati nei campi di concentramento».
«Noi non abbiamo paura. Solo molta amarezza», commenta Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in un posto sul suo profilo Facebook dal titolo: «Se pensavate che fosse tutto finito».
A Noto invece scritte antisemite e una svastica sono state tracciate con lo spray sulle pareti di una sede scout. La scoperta è avvenuta questa mattina dopo che un operatore ha varcato l'ingresso del locale ricavato nell'edificio dell'ex chiesa di Sant'Agata.
La denuncia al commissariato di polizia di Noto ha fatto scattare le indagini e come primo passo gli inquirenti hanno prelevato alcune immagini delle telecamere di sicurezza della zona per provare ad identificare i responsabili di questo episodio avvenuto a ridosso delle celebrazioni per ricordare il genocidio degli ebrei. Seconda una prima ricostruzione, gli autori sono riusciti a intrufolarsi in nottata nella sede dopo un'effrazione e con lo spray hanno imbrattato le pareti.
È l’ennesimo attacco a sedi scout in Sicilia, in un escalation che non può non preoccupare, con in più questa connotazione antisemita che si aggiunge alle intimidazioni di stampo mafioso indirizzate a numerosi gruppi dell’isola.
In Brianza, un terzo, increscioso episodio. A Triuggio è stato incendiato il manifesto della Giornata della memoria, affisso in pieno centro. «Una gravissima provocazione di vandalismo politico», l’ha stigmatizzato il sindaco Pietro Cicardi.
«L’Italia con tutta la sua forza morale ripudia l’antisemitismo», ha scritto in un tweet la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. La coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo, Milena Santerini, parla di «segnale gravissimo di intolleranza e provocazione».