lunedì 22 luglio 2024
Calci, pugni e un tentativo di soffocamento a un cronista che stava filmando un raduno di Casa Pound. Identificati due militanti di estrema destra
Un fermo immagine del video dell'aggressione

Un fermo immagine del video dell'aggressione - ANSA

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Un'aggressione in mezzo alla strada, a Torino, con calci, pugni e un tentativo di strangolamento. Ad averla subita è il giornalista de "La Stampa", Andrea Joly, sabato sera davanti al locale "L'Asso di Bastoni". Un circolo frequentato da esponenti di estrema destra, dove si stavano festeggiando i 16 anni dall'apertura. I video diffusi sui social e che sono poi arrivati nelle mani degli inquirenti consentendo di identificare subito due affiliati di Casa Pound, sono piuttosto eloquenti.

Prima, si vede un gruppo di persone che fuori dal locale intona inni al Duce e si abbandona a foto di gruppo tra saluti romani, fumogeni e fuochi d'artificio. Poi, un gruppo più piccolo che attacca un giovane in bermuda e sniker al quale si tenta di strappare il cellulare aggredendolo. "Sono tutti contro uno!" grida una bambina dalla finestra dove evidentemente c'è qualcuno che riprende la scena. «Non ho neanche avuto il tempo di spiegarmi», ha detto Joly (a innescare l'aggressione potrebbe esserci la fobia del giornalista "sotto copertura", che si è scatenata dopo l'inchiesta di Fanpage sulle nostalgie mussoliniane nei giovani di destra).

«Dopo una decina di minuti che stavo a guardare si sono avvicinati, mi hanno chiesto "sei dei nostri?" e la tensione si è alzata subito -prosegue il suo racconto-, è successo tutto molto in fretta. Io ricordo solo che loro volevano il telefonino, che mi è caduto ma che in qualche modo sono riuscito a riprenderlo». I filmati sono al vaglio degli inquirenti, che avrebbero identificato due militanti di Casa Pund tra i picchiatori. Joly viene afferrato per i capelli, strattonato, preso a calci a pugni mentre è a terra e prova a rialzarsi, e infine soffocato per una decina di secondi da un aggressore che gli blocca il collo, stringendolo tra le braccia per diversi secondi, finché le urla dei testimoni non lo convincono a mollare la presa.

Quando la notizia è finita sui siti di quasi tutti i media italiani, i responsabili del circolo "Asso di Bastoni" sulle prime hanno provato a dire che era stato Joly ad averli spintonati. Ma i video smentiscono questa versione. Nella mattinata di lunedì sempre CasaPound ha diffuso un comunicato in cui invita Joly a un «dibattito sulla violenza politica», durante «la festa nazionale» del movimento, invito esteso anche all'europarlamentare di Avs «Ilaria Salis (sic!), che nessuno ha minacciato». I primi a condannare sono stati il sindaco di Torino Lo Russo che ha parlato di gesto «vile e intollerabile». Poi si è alzata la protesta delle opposizioni con la segretaria Pd Elly Schlein che si è detta «preoccupata per il clima di impunità» e che chiede lo scioglimento delle organizzazioni «neofasciste» e con il leader del M5S Giuseppe Conte che ha chiesto l'intervento del Governo contro «l'attacco squadrista».

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha condannato «con fermezza l'atto di violenza augurandosi che i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile». Il titolare del Viminale, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, dopo aver ringraziato la Questura di Torino per aver identificato subito due individui fortemente sospettati, ha assicurato che «con l'attuale governo, non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili o di chi svolge particolari e fondamentali funzioni».

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