Elon Musk premia Giorgia Meloni - ANSA
C'è certamente feeling. E forse c'è anche una visione comune. Elon Musk, accarezza Giorgia Meloni con parole non di circostanza: «È una persona addirittura più bella dentro che fuori... Ha fatto un lavoro incredibile come premier, con una crescita e un'occupazione record. È una persona onesta, vera, autentica, una dote rara per un politico».
Il capo di Tesla e di X (una volta si chiamava twitter) consegna a New York il "Global Citizen Award 2024" dell'Atlantic Council alla premier italiana con una motivazione alta: il suo ruolo pionieristico di prima donna capo di governo in Italia, il suo forte sostegno all'Unione Europea e all'alleanza transatlantica nonché per la sua presidenza del G7 nel 2024. Parole pesanti. Meloni sorride. Annuisce. Siedono uno accanto all'altra al tavolo della cerimonia alla Ziegfeld Ballroom. Parlano. Del mondo. Di democrazia. Di affari e di investimenti. Si ragiona sul ruolo dei Big Tech. Sulle opportunità e sui rischi dell'intelligenza artificiale. Meloni in questa tre giorni a New York insegue un difficile equilibrismo. Sposa la linea Biden su Ucraina, Gaza e Libano ma boccia la sua proposta di riforma del Consiglio di sicurezza Onu per non creare "Paesi di serie A e B".
Ma la scelta di farsi consegnare il premio dell'Atlantic Council dal controverso Elon, un aperto sostenitore di Donald Trump e un acerrimo nemico di Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, ha certamente un peso. Meloni ringrazia Musk. Per le sue parole. E per il suo «genio prezioso». Ma al di là della sintonia tra la premier e l'uomo d'affari, quello di Meloni è un discorso tutto politico: incentrato sulla difesa e la celebrazione dei valori dell'Occidente contro autocrazie e regime autoritari, ma anche contro i rischi dello stesso Occidente di "auto-sminuirsi" (con un «crescente disprezzo che ci porta a voler cancellare con la violenza i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa») e, dall'altro, di «pretendere spesso di essere superiore agli altri».
«Il risultato? L'Occidente - spiega Meloni - rischia di diventare un interlocutore meno credibile. Il cosiddetto Sud globale chiede più influenza. Le Nazioni in via di sviluppo che sono ormai ampiamente consolidate collaborano autonomamente tra loro. Le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie e rischiamo di assomigliare sempre di più a una fortezza chiusa e autoreferenziale».
Ora è solo Giorgia Meloni la protagonista della serata. Indica il piano Mattei come esempio «per invertire questa rotta» e come «modello di cooperazione paritaria per costruire con i Paesi africani un partenariato nuovo e duraturo». E ancora. «C'è una narrazione che i regimi autoritari si prendano molto cura dei loro cittadini... Riguarda l'idea dell'inevitabile declino dell'Occidente, l'idea che le democrazie non riescano a mantenere le promesse. Un esercito di troll e bot stranieri e maligni è impegnato a manipolare la realtà e a sfruttare le nostre contraddizioni. Ma ai fan di regimi autoritari, lasciatemi dire molto chiaramente che difenderemo i nostri valori».
Meloni va dritta. Invita a «non vergognarci ad usare e difendere parole e concetti come nazione e patriottismo» e indica quest'ultimo come la «migliore risposta al declinismo. In un tempo dominato dal caos l'Italia si schiera fermamente al fianco di chi difende la propria libertà e sovranità, non solo perché è giusto farlo, ma anche perché è nell'interesse dell'Italia e dell'Occidente impedire un futuro in cui prevalga la legge del più forte», assicurato, evocando l'Ucraina.
Oggi la fine della missione americana con altri due interventi: al vertice della coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche, su invito di Biden, e il discorso all'assemblea generale dell'Onu in serata (nella notte italiana), prima della partenza che anche quest'anno le impedirà di partecipare mercoledì al ricevimento del padrone di casa Biden e all'evento per l'Ucraina, al quale però dovrebbe collegarsi via video da Roma.