giovedì 8 agosto 2024
L'indagine nelle scuole dell’Istituto superiore di sanità sui ragazzi tra i 14 e i 17 anni che scivolano verso la ludopatia. Documenti chiesti solo a 2 su 10. Allarme al Sud e nelle famiglie povere
Ben il 40% dei ragazzi intervistati ha detto di non aver mai avuto controlli dei documenti in sale gioco, bar e tabaccherie

Ben il 40% dei ragazzi intervistati ha detto di non aver mai avuto controlli dei documenti in sale gioco, bar e tabaccherie - FOTOGRAMMA BERGAMO

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Aumentano i giocatori d’azzardo problematici minorenni. E malgrado per loro l’azzardo sia vietato, entrano facilmente, senza controlli, nelle sale gioco e accedono a tutte le forme di scommesse. Ma ancor più usano l’online che raddoppia la probabilità di diventare problematico, al Sud addirittura cinque volte di più rispetto al Nord.

Sono alcuni dati della ricerca su azzardo e minori dell’Istituto superiore di sanità ancora non pubblicata ma che Avvenire può anticipare. Dati preoccupanti, frutto di un’indagine su 6mila ragazzi tra i 14 e i 17 anni, rappresentativi della popolazione giovanile nazionale, che fotografano una situazione peggiore di quella del primo rapporto realizzato dall’Iss nel 2018.

Un trend preoccupante. Ma la prevenzione non c'è

«Il quadro generale è preoccupante, non il singolo dato. Il danno è importante ma soprattutto perché dà un trend. E ci dice anche che molto poco è stato fatto per i minori, soprattutto in termini di prevenzione», spiega Claudia Mortali, ricercatrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore della sanità. Anche perché, aggiunge, «noi possiamo fare queste indagini solo nelle scuole, perché serve il consenso dei genitori. Ma così perdiamo tutta la fascia di ragazzi che non vanno a scuola. Sono quelli che, adempiuto all’obbligo a 16 anni, vanno al lavoro, e hanno una maggiore disponibilità economica per “giocare”. E poi i ritirati, che dovrebbero ancora andare a scuola ma non ci vanno per motivi sociali: restano a casa, chiusi in camera e giocano con lo smartphone. Così ci perdiamo una popolazione molto a rischio. Fuori comunque da un contesto educativo più protetto».

Quasi raddoppiati i giovanissimi giocatori a rischio ​

Ma, come detto, già i dati raccolti preoccupano. I ragazzi giocatori problematici sono 90mila, quelli fragili a rischio importante sono 130mila. I primi nel 2018 erano il 3% della fascia d’età 14-17, oggi sono il 4%. E, ricorda l’Iss, i problematici sono quelli che giocano tutti i giorni, per molte ore e perdendo molti soldi. A preoccupare è che i giocatori fragili a rischio importante sono quasi raddoppiati passando dal 3,2 al 5,9%. «È aumentata la fascia di quelli che stanno peggiorando, che non sono più giocatori ludici, che non hanno nessun problema perché giocano sporadicamente anche se essendo minori hanno comunque un comportamento illegale». E proprio su questo dalla ricerca emerge un altro dato inquietante. Ben il 40% dei ragazzi intervistati ha detto di non aver mai avuto controlli dei documenti nelle sale gioco ma anche nei bar e nelle tabaccherie, sia per Slot e Vlt che per scommesse e gratta&vinci, tutti comunque vietate ai minori. Un altro 40% dice di averli avuti raramente e solo il 20% di averli avuti spesso. Percentuali simili a quelle dei controlli sulle vendite ai minori di sigarette e alcol.

La vera piaga è l'online. E al Sud​

Ricordiamo che dall’inizio dell’anno sono stati una trentina gli esercizi commerciali (sale gioco, bar, tabaccai) sanzionati, anche con la chiusura per alcuni giorni, proprio per la presenza di minori. Oltretutto spesso, anche tra i minori, le dipendenze sono associate, compresa quella da droghe. Ma la situazione peggiora soprattutto perché aumentano moltissimo i minori che giocano online. Se nel 2018 erano il 20% ora sono il 40%. «Sicuramente era uno sviluppo inevitabile accelerato dalla pandemia. Qui basta avere un account di un adulto per accedere. E avere vicino molte persone, anche in famiglia, che giocano, aumenta il rischio». E chi gioca online ha il doppio di probabilità di diventare problematico, al Sud e nelle Isole cinque volte più che al Nord. E questo non solo tra i minori.

«Nel Mezzogiorno c’è meno cultura della prevenzione e meno servizi. Ed è anche una questione economica, perché l’azzardo problematico è associato al basso reddito, sotto ai 15mila euro. Il 12 per cento dei giocatori problematici sono pensionati o inabili al lavoro, molti di loro sono casalinghe». Ma c’è un altro elemento importante secondo i ricercatori dell’Iss. «Nelle dipendenze l’offerta ha un peso. Ci sono realtà dove la grande quantità dell’offerta incide sul disturbo. E c’è talmente tanta offerta per strada che si fa pubblicità da sola, anche se la pubblicità è vietata».

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