«Per troppo tempo la politica si è fermata alle analisi. Ha rimesso in fila dati allarmanti. Ha anche finto di intervenire. Ma non è mai arrivata a un punto di svolta. Tanti annunci, tante promesse, ma mai un vero piano per la famiglia, mai un vero progetto per arginare il crollo della natalità». Gigi De Palo, il giovane presidente del Forum delle Famiglie, ripete numeri quasi meccanicamente. Poi "chiama" la politica. «Nel 1965 nascevano in Italia un milione di bambini, oggi meno di 500 mila. Ho quattro figli, tra poco cinque, e ho il dovere di essere netto, esigente: se i partiti non trasformano le analisi in azioni concrete questo Paese affonda». Siamo al Senato nel giorno del #pattoXnatalità. «Abbiamo immaginato questo hashtag e su questo aspettiamo le risposte dei partiti e della società», dice il presidente del Forum preparandosi a chiedere ai partiti un impegno nuovo.
«Capisco la durezza della campagna elettorale e capisco le visioni differenti sui tanti temi del dibattito politico. Ma su questo punto, vi chiediamo un’unità di intenti. Occorre remare tutti nella stessa direzione per invertire la rotta. Si tratta di un segnale decisivo per ridare speranza all’Italia».
Il nostro Paese sta vivendo l’inverno demografico più difficile della sua storia e tante domande scuotono e interrogano società e politica: come mantenere il Pil, e il rapporto con il debito, con una popolazione in costante diminuzione? Come affrontare la crescente spesa sanitaria e pensionistica? Come sostenere i costi, anche sociali, di una popolazione sempre più anziana? «Gli effetti della denatalità, di cui ancora facciamo fatica ad essere pienamente consapevoli, saranno dirompenti e la politica ha il dovere di non guardare più alla prospettiva di parte o agli interessi elettorali. In ballo c’è il destino di una nazione e ora è indispensabile accantonare tutte le controversie ideologiche». Siamo al momento della verità.
Nel Patto per la Natalità (con De Palo nella Sala Nassirya di palazzo Madama ci sono Giancarlo Blangiardo, docente di demografia all'università di Milano Bicocca e Alessandro Rosina, docente di demografia all'università Cattolica di Milano) dietro i numeri prendono forma gli interrogativi. Sono 5,5 milioni le donne tra i 18 e i 49 anni che rinunciano ad essere madre (una donne fertile su due) perché essere madri e lavoratrici in Italia è ancora troppo difficile.
Parallelamente il 71 per cento delle donne tra i 20 e i 34 anni mira ancora ad avere almeno due figli e soltanto il 7 per cento è disposto a rassegnarsi a non averne. Ecco perché serve la politica. Perché sono ancora troppe le zone grigie. Perché nel 2016, secondo l’Ispettorato del lavoro, su dieci donne che hanno dato le dimissioni dal loro posto di lavoro otto erano mamme e una buona parte di queste spiegava la scelta con la difficoltà di «gestire insieme figli e lavoro».
E poi perché – ci raccontano i dati Istat – tra le famiglie con tre o più figli minori l’incidenza della povertà assoluta aumenta quasi del 50 per cento passando dal 18,3 al 26,8 e finendo con interessare complessivamente quasi 140 mila famiglie».140 mila. Due stadi pieni di famiglie povere costrette a fare i conti con un Paese incapace di capire fino in fondo che i bambini sono un Bene Comune perché rappresentano il futuro.
Perché sono il futuro. Qualcuno si chiede quale sarà il futuro di De Palo. Qualcuno azzarda l’ipotesi di un suo impegno in politica. Lui scuote la testa.
«Nessuno nel Forum ha pensato di candidarsi. La sfida è unire la politica su un obiettivo. È trasformare Famiglia e Natalità nella grande priorità di tutti. E soprattutto unire voci solitarie in una grande orchestra. Servono interventi universali, coerenti e garantiti nella loro esistenza e durata, e non semplici aiuti occasionali. Serve una politica di lungo periodo che veda nella Famiglia un investimento irrinunciabile. Servono politiche economiche e fiscali serie e strutturali...». Un programma ambizioso con cui la politica è chiamata a fare i conti. Da oggi.