Le organizzazioni promotrici, che contano diversi milioni di cittadini che le sostengono e ne condividono i valori, invitano i leader della politica e i principali candidati al parlamento a discutere dieci punti fondamentali per il futuro della cooperazione internazionale allo sviluppo con i giornalisti e i rappresentanti della società civile.L'appuntamento è per mercoledì 6 febbraio,alle 10, nellaSala Conferenze di Piazza Monteciitorio.
Ecco i punti contenuti nell'appello: 1 - Nella composizione del prossimo governo sia presente un alto referente politico alla guida della cooperazione internazionale allo sviluppo con una delega piena e ampia sui temi della cooperazione internazionale allo sviluppo.
2. Nel primo anno della prossima legislatura il parlamento riprenda e porti a termine la riforma legislativa della cooperazione italiana, accogliendo le proposte scaturite dal Forum della cooperazione di Milano dell'ottobre 2012 e favorendo la più ampia convergenza delle istanze di tutti gli attori, pubblici e privati, della cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese.
3. Il futuro governo favorisca il coordinamento nazionale delle iniziative di cooperazione internazionale allo sviluppo, sostenendo e valorizzando in particolare il contributo della società civile impegnata nella solidarietà internazionale e la cooperazione e i partenariati territoriali.
4. Dal 2014 il governo si impegni a destinare una quota crescente di risorse alle politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo e a varare un piano di riallineamento progressivo e credibile degli aiuti italiani con gli obiettivi concordati in sede internazionale.
5. Il futuro governo garantisca una maggiore e più attiva partecipazione dell'Italia nella definizione delle politiche e nell'attuazione della cooperazione europea e delle organizzazioni internazionali.
6. Il futuro governo e le forze parlamentari si impegnino ad attuare pienamente una politica estera di distensione e promozione della pace, riducendo produzione, vendita e impiego degli armamenti, reinvestendo le risorse liberate nel budget nazionale in politiche coerenti di coesione sociale, aiuto e cooperazione internazionale allo sviluppo, attente alle tematiche trasversali delle relazioni di genere e della salvaguardia dell'ambiente.
7. Il futuro governo e le forze parlamentari si impegnino, a partire dal 2013, a dedicare una quota considerevole dei fondi del Decreto per le Missioni Internazionali di Pace ai progetti proposti dalle Ong per le aree di riferimento, per l'aiuto umanitario, il rafforzamento dei processi democratici e il sostegno ai percorsi di pacificazione in favore delle popolazioni colpite da guerre civili e conflitti regionali e la promozione dei diritti delle donne.
8. Il Parlamento e il Governo rafforzino la Tassa sulle Transazioni Finanziarie includendo nella base imponibile tutti gli strumenti derivati ed applicandola ad ogni singola operazione e non al saldo netto di fine giornata come previsto nell'attuale normativa. Il gettito sia destinato alle politiche sociali nazionali, alla cooperazione internazionale allo sviluppo e al contrasto ai cambiamenti climatici.
9. Il Governo rimuova le barriere fiscali, normative e burocratiche che ostacolano l'impegno della società civile nella realizzazione dei programmi di cooperazione internazionale allo sviluppo: stabilizzi ed elimini i massimali del 5x1000 e ne garantisca la rapida erogazione, innalzi il tetto delle donazioni deducibili, esenti dall'Irape riduca le tariffe postali per le onlus, garantisca la quota per la "lotta alla fame nel mondo"dell'8x1000.
10. Il governo rispetti gli impegni sulla trasparenza presi dall'Italia al Forum sull'Efficacia degli Aiuti di Busan, implementando lo standard comune per la pubblicazione elettronica periodica e completa delle risorse utilizzate per la cooperazione internazionale allo sviluppo e dei risultati ottenuti.