I partiti politici italiani sono stati i beneficiari l'anno scorso di 11,7 milioni di euro grazie al 2 per mille dell'Irpef. È quanto ha reso noto il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia che ha pubblicato i dati relativi alla scelta dei contribuenti sul 2 per mille dell'Irpef ai partiti politici, riferiti alle dichiarazioni dei redditi del 2016 (anno di imposta 2015).
Ma restano pochi i cittadini che decidono di destinare il 2 per mille della propria dichiarazione dei redditi a un partito politico: il 2,38% della popolazione. Praticamente meno di un milione di contribuenti su un totale di 40 milioni e 716.548. La somma totale erogata, comunque, è stata ridotta proporzionalmente al tetto massimo di 9,6 milioni di euro previsto per legge, la differenza è stata poi erogata nel 2016.
A incassare più finanziamenti di tutti è stato di gran lunga il Pd, a cui sono stati assegnati oltre 6,4 milioni di euro, al secondo posto la Lega Nord con oltre un milione e 400 mila euro e circa il 13% dei contribuenti che hanno scelto un partito. Terza 'classificata' Sinistra ecologia e libertà con oltre 838 mila euro.
Sono stati, appunto, 971.983 i contribuenti che hanno deciso di devolvere il 2 per mille a un partito, per un totale di 11.763.227 euro. Il 50,57% (491.570) ha scelto il Pd per un totale di 6.401.481 euro. Poi la Lega Nord con 129.401 (13,31% contribuenti) per un importo di 1.411.007 euro; Sinistra ecologia e libertà con 838.155 euro (7,43%, 72.235 contrubenti). Seguono Forza Italia 615.761 euro e Fratelli d'Italia con 569.865 euro, Rifondazione comunista che incassa 459.970 euro, Nuovo Centrodestra con 259.629 euro, Sudtiroler Volkspartei con 234.510 euro, Federazione Verdi con 167.865 euro e Popolari per l'Italia con 24.514 euro.
Il Movimento cinque stelle non compare nella graduatoria perché in base al loro "non statuto" non viene riconosciuta la legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
I valori dell'anno finanziario 2014, anno di istituzione del due per mille, non sono confrontabili, spiega il Mef, con quelli degli anni successivi, in quanto per il 2014 la scelta richiedeva una procedura meno diretta e più complessa per i contribuenti: doveva essere effettuata attraverso un'apposita scheda che non era allegata all'ordinaria modulistica fiscale ma doveva essere prelevata dal sito internet dell'Agenzia delle Entrate.