lunedì 1 febbraio 2021
I quattro membri della delegazione erano stati bloccati sabato al confine con la Bosnia. La replica: accuse false. "Condizioni disumane nel campo di Lipa"
"Siamo al campo di Lipa e questo è ciò che abbiamo davanti: freddo, neve, centinaia di persone accampate e in attesa di risposte. Una situazione disumana, davanti alla quale noi europei non possiamo stare a guardare". Lo scrive su Facebook Brando Benifei, capodelegazione degli europarlamenti del Pd che sabato 30 gennaio sono riusciti a entrare in Bosnia per visitare il campo profughi dopo essere rimasti bloccati diverse ore dalla polizia alla frontiera in Croazia.

"Siamo al campo di Lipa e questo è ciò che abbiamo davanti: freddo, neve, centinaia di persone accampate e in attesa di risposte. Una situazione disumana, davanti alla quale noi europei non possiamo stare a guardare". Lo scrive su Facebook Brando Benifei, capodelegazione degli europarlamenti del Pd che sabato 30 gennaio sono riusciti a entrare in Bosnia per visitare il campo profughi dopo essere rimasti bloccati diverse ore dalla polizia alla frontiera in Croazia. - La foto è del gruppo Socialisti e Democratici (S&D), via Ansa

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La visita sabato scorso degli eurodeputati italiani del Pd al confine tra Croazia e Bosnia per verificare le condizioni di vita dei migranti nei campi profughi a Bihac "non era altro che una ennesima provocazione contro la polizia croata" e un "tentativo di screditare la reputazione" del Paese.

Sconcertano le affermazioni del ministro degli Interni croato, Davor Bozinovic, che ha risposto così ai cronisti che oggi gli chiedevano conto dei perché i quattro eurodeputati fossero stati bloccati a circa 150 metri dal confine con la Bosnia, circostanza documentata sabato pomeriggio da video e foto raccolti dal nostro inviato Nello Scavo (LEGGI QUI).

Secondo la polizia croata i quattro europarlamentari - Pietro Bartolo, Alessandro Moretti, Pier Francesco Majorino e Brando Benefei - non si sono presentati a un valico di confine regolare, ma avrebbero tentato di attraversare la frontiera in uno dei punti usati dai migranti per entrare in Europa attraverso la Croazia. "A cosa servono i valichi di confine se ci sono persone che si permettono di entrare e uscire dagli Stati percorrendo boschi e fiumi", ha spiegato Bozinovic, secondo il quale nessuno dei quattro aveva un permesso "poiché non esiste la possibilità di rilasciare permessi per attraversare i confini in modo illegale".

La Croazia ha annunciato che si rivolgerà all'Europarlamento e la polizia croata ha aperto anche un'inchiesta.

Sabato sera comunque la delegazione è arrivata a Bihac, in Bosnia.

"Sorpresi" dalle parole del ministro Bozinovic si dicono invece i quattro eurodeputati: "Ci aspettavamo delle scuse per averci
impedito di fare il nostro lavoro, non delle false accuse. Possediamo foto, audio e video che provano che siamo stati fermati quando ancora lontani dal confine, per impedire la nostra ispezione. Abbiamo informato le autorità croate della nostra visita con adeguato anticipo e assicurando il rispetto delle regole vigenti".

In ogni caso, oggi la delegazione è riuscita a raggiungere il campo profughi di Lipa, all'estremo nordovest della Bosnia-Erzegovina a ridosso della frontiera croata, con i volontari della Croce Rossa. "L'Unione europea deve intervenire per mettere fine a questra tragedia umanitaria. Migliaia di persone, donne e bambini compresi, sono da settimane bloccati al gelo in un campo di fortuna", hanno scritto i quattro eurodeputati in una nota. Le tende sono poco riscaldate, l'acqua è scarsa e i servizi igienici limitati di numero. "Non consentiremo che si faccia finta di niente perché il nostro dovere è anche quello di stare dalla parte degli ultimi.
L'Europa non può consentire un simile trattamento contrario ai valori di umanità su cui dovrebbe fondarsi la nostra Unione", concludono gli europarlamentari.


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