«La dichiarazione del presidente del Consiglio italiano è stata una totale maleducazione». Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan replica a Mario Draghi una settimana dopo che questi - a seguito del Sofagate - lo aveva definito «un dittatore, di cui, però, si ha bisogno».
«Parole di Draghi hanno colpito come un'ascia»
Immediate e dure erano state le reazioni diplomatiche, con la convocazionje del nostro ambasciatore ad Ankara, l'evocazione del passato fascista italiano e la richiesta a Draghi di ritirare quanto affermato formulata dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Ora, però, quando la polemica sembrava essere rientrata nei normali canali, a rincarare la dose torna la più alta carica della Repubblica kemaliana, che rompe il silenzio e in risposta alla domanda di un giovane durante un incontro nella Biblioteca nazionale di Ankara, accusa Draghi di avere, con le sue affermazioni danneggiato le relazioni Turchia-Italia. «Non è stato neanche eletto e danneggia le relazioni tra Turchia e Italia. L'uscita del presidente del consiglio italiano denota una totale mancanza di equilibrio, assoluta impertinenza e volgarità. Le sue parole hanno colpito come un'ascia le relazioni tra Italia e Turchia, che erano giunte a un livello assai buono fino a quando il signor Draghi non ha parlato in questo modo», le parole di Erdogan, che ha anche esortato Draghi a essere «prima di tutto consapevole della tua storia per fare un commento del genere su Tayyip Erdogan, ma vediamo che non lo sei», ha detto il leader turco.
Le reazioni italiane in difesa del premier
Una replica quella del leader anatolico che suscita a sua volta reazioni politiche a Roma. Lia Quartapelle (Pd) sostiene che le scelte di Erdogan stanno isolando sempre di più il suo Paese e ora, « punto nel vivo da Draghi, fa prevalere il rancore e pronuncia parole inaccettabili». Un'altra dem Pina Picierno dice che Erdogan «si permette di impartire lezioni a Mario Draghi».Ma «dimentica che il nostro premier ha ricevuto la fiducia dal Parlamento, massima espressione della sovranità popolare e quindi della democrazia». Duro, infine, anche il commento di Nicola Fratoianni (Sinistra italiana): «Che il signor Erdogan, che arresta i parlamentari dell'opposizione, bombarda i villaggi curdi, voglia dare lezioni di stile ed educazione al presidente del Consiglio italiano è davvero esilarante. Draghi, definendolo "dittatore" ha solo detto la verità».
Il "casus belli": la sedia mancante per von der Leyen
Giovedì scorso Draghi si era scagliato contro Erdogan, che aveva ospitato un vertici dell'Ue, durante il quale la presidente della Commisione europea, Ursula von der Leyen era rimasta senza una sedia. I funzionari turchi hanno subito respinto ogni responsabilità per l'incidente, affermando che stavano applicando le istruzioni del protocollo ricevute da Bruxelles. Ma l'accaduto, etichettato come "sofagate", è diventato l'argomento principale del primo vertice Turchia-Ue dell'ultimo anno mettendo in ombra i tentativi di entrambe le parti di riparare a mesi di relazioni turbolente. Draghi si è detto «dispiaciuto per l'umiliazione subita da von der Leyen con questi, chiamiamoli per quello che sono, dittatori»..