mercoledì 10 luglio 2024
I giudici di Brescia hanno respinto la richiesta di revisione della sentenza di condanna all'ergastolo presentata da Rosa e Olindo. La difesa: "Siamo delusi, ricorreremo in Cassazione".
Rosa Bazzi e Olindo Romano

Rosa Bazzi e Olindo Romano - Fotogramma

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Nessun nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. I giudici della Corte d'appello di Brescia hanno respinto le richieste di revisione della sentenza di condanna dei due coniugi, che stanno scontando l'ergastolo per la strage di Erba. Le istanze, presentate dalla difesa e dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, sono state ritenute inammissibili: è (forse) la parola fine su una tragica vicenda iniziata 18 anni fa. "Siamo ovviamente delusi, faremo ricorso in Cassazione" ha subito annunciato Fabio Schembri, uno dei difensori.

Rosa e Olindo erano stati arrestati un mese dopo la strage dell'11 dicembre 2006, con l'accusa pesantissima di aver ucciso Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Olindo e Rosa, rei confessi, furono processati e condannati nel 2008: la sentenza fu confermata in appello e in Cassazione. Poi la decisione di Tarfusser di chiedere - dopo 17 anni - la riapertura del caso, sollevata dal magistrato "in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo".

Nel mirino c'era in particolare la confessione dei due, che la difesa sosteneva essere stata "forzata", nonostante il racconto dettagliato e cruento di alcuni particolari della strage. Rosa Bazzi era infatti arrivata a descrivere come si era sentita in quei momenti. Da parte della difesa c'erano dubbi anche sulla testimonianza di Mario Frigerio, ferito durante la mattanza (si salvò e morì anni dopo), che prima avrebbe parlato di un aggressore dalla pelle scura e che poi, invece, riconobbe in Olindo l'uomo che l'aveva colpito alla gola. "La testimonianza, il dna, la confessione: ci sono criticità che non mi è mai capitato di vedere. Hanno parlato di cascata di prove. Io non voglio dire cascata di criticità, ma sicuramente di criticità che non è possibile non vedere", aveva detto durante un'udienza dell'aprile scorso l'avvocata Luisa Bordeaux, membro del pool difensivo, replicando indirettamente all’accusa, che nell’udienza precedente dello scorso marzo aveva parlato di una "cascata di prove" a carico dei due condannati.

Le reazioni - "Sono deluso, non sono stati loro" ha commentato a caldo Azozuz Marzouk, padre del piccolo Youssef e marito di Raffaella: l'uomo ha ribadito la sua convinzione, già esternata più volte negli ultimi tempi. "Non chiede scusa ai fratelli Castagna?", gli è stato chiesto. "Non li conosco" ha risposto Marzouk.

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