sabato 8 giugno 2024
Su un totale di quasi 600mila aventi diritto, però, nemmeno il 5% ha fatto domanda per andare a votare. Questo a causa di una "falla" contenuta all'interno del decreto
Studenti all'Università Cattolica di Roma

Studenti all'Università Cattolica di Roma - Foto di archivio

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Urne aperte in Italia a partire dalle 15 di sabato 6 giugno per eleggere i 76 deputati che rappresenteranno il nostro Paese a Bruxelles. Milioni di cittadini chiamati al voto e tra loro anche 23.734 studenti "fuorisede", che hanno fatto domanda al proprio comune di residenza prima della scadenza del termine, il 5 maggio scorso. Una novità, possibile grazie al decreto-legge n. 7 del marzo 2024, convertito in legge (38/2024), che ha permesso a chi studia fuori - e non a chi lavora - di esprimere la propria preferenza senza dovere rientrare a casa.

Certo, un passo avanti dopo anni di "lotte" per il voto fuorisede, ma il provvedimento del governo contiene al suo interno una "falla" che non ha permesso a molti di sfruttare l'opportunità. Considerando che in Italia ci sono quasi 600mila studenti che vivono lontano da casa e tra loro 23mila circa hanno presentato domanda, significa che nemmeno il 5% del totale andrà alle urne. Questo perché il decreto "Elezioni" prevede solo due modalità di voto: gli studenti possono votare nel comune dove vivono per motivi di studio se quel comune appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del comune di residenza; oppure, al contrario, se il comune è fuori dalla circoscrizione di residenza, devono votare nel capoluogo di regione del comune dove vivono temporaneamente. Un paradosso che in un Paese come l'Italia pesa eccome: basti pensare alle numerose città non capoluogo di regione che sono però dei rinomati centri universitari (Pavia e Pisa, solo per fare due esempi). Ecco, gli studenti domiciliati temporaneamente in queste due città e il cui comune di origine non appartiene alla circoscrizione elettorale Nord-ovest o Centro dovranno necessariamente andare a votare a Milano o Firenze. Un problema non di poco conto, sia a livello logistico, sia a livello economico.

Dei 23.734 studenti, 21.166 (quasi il 90%) voteranno fuori dalla propria circoscrizione elettorale di origine, presso apposite sezioni speciali che saranno istituite nei comuni capoluogo di regione. Tra loro, inoltre, solo 2.568 voteranno presso il comune di temporaneo domicilio, in elenchi aggiunti, perché appartenente alla stessa circoscrizione territoriale del comune di residenza. Nello specifico, hanno chiesto di votare: 9.398 studenti nella Circoscrizione I (Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria-Lombardia); 7.713 studenti nella Circoscrizione II (Trentino A.A.-Veneto-Friuli V.G.- Emilia Romagna); 5.824 studenti nella Circoscrizione III (Toscana-Umbria-Marche-Lazio); 642 studenti nella Circoscrizione IV (Abruzzo-Molise-Campania-Puglia-Basilicata- Calabria); 157 studenti nella Circoscrizione V (Sicilia-Sardegna). Le Regioni da cui proviene il maggior numero di studenti che hanno fatto domanda per votare fuori sede sono la Puglia, con 4.107 elettori; la Sicilia, con 3.917 elettori; la Campania, con 1.601; e la Calabria con 1.478 elettori.








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