martedì 23 luglio 2024
La tragedia nella notte, nella Vela Celeste, dopo il cedimento di un ballatoio al terzo piano che ha travolto anche il secondo e il primo. I vigili del fuoco al lavoro tra le macerie. Due i morti
I vigili del fuoco all'interno della Vela Celeste

I vigili del fuoco all'interno della Vela Celeste - Ansa

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Due morti e tredici feriti. Tra questi ultimi ci sono sette bambini. È il bilancio, ancora provvisorio, fornito dalla Prefettura di Napoli sulle conseguenze del crollo di un ballatoio avvenuto ieri notte, intorno alle 22.30, tra il terzo e il secondo piano della Vela celeste di Scampia. Una notte di terrore e di lutto per la città: Roberto Abbruzzo, 28 anni, macellaio, sposato e padre di una bimba piccola, è morto sul colpo. La seconda vittima, Margherita Della Ragione, 35 anni, dopo l’arrivo in ospedale. Alcuni dei feriti, 13 in tutto, sono ricoverati in gravi condizioni. I bambini coinvolti nel crollo, sette, hanno tra i due e gli otto anni: per loro, fratture, traumi e contusioni. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte: l’edificio, in cui si trovavano circa 800 persone, è stato sgomberato. L’evacuazione dai piani alti è avvenuta con l’autoscala.

La Procura di Napoli ha confermato l’apertura di un'indagine per fare luce sulle cause del crollo. L’ipotesi più accreditata è quella di un cedimento strutturale. In Prefettura è attivo il Centro coordinamento soccorsi, col compito di gestire gli interventi di messa in sicurezza dell’area interessata dal crollo e di assistere le persone rimaste senza casa: saranno 500 le famiglie da sfollare. Disposti anche i servizi di vigilanza e antisciacallaggio da parte delle forze dell’ordine, considerando che l’intero edificio è stato evacuato, mentre il Comune di Napoli ha organizzato l’assistenza dei servizi sociali sul posto. «Siamo profondamente addolorati per la tragedia di questa notte nella Vele celeste di Scampia – ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi −. Ho seguito personalmente le operazioni di soccorso, e insieme al prefetto mi sono recato nella notte sul luogo del crollo per verificare la situazione e per mostrare vicinanza alla popolazione. I nostri servizi sociali stanno fornendo assistenza ai residenti, e i tecnici stanno completando i rilievi di sicurezza. Ora è il momento del dolore per chi è rimasto vittima, e della speranza per chi è rimasto ferito, a cominciare dai bambini. Ma proprio per loro – ha aggiunto Manfredi − voglio anche subito ribadire che il nostro progetto di riqualificazione delle Vele non si ferma e l’impegno per Scampia sarà ancora più forte di prima».

La Vela in cui è avvenuta il crollo è una delle ultime tre rimaste in piedi dell’originario complesso di edilizia popolare progettato nella periferia settentrionale di Napoli. Secondo il piano del Comune di Napoli per la riqualificazione urbana di Scampia, pensato per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti e cancellare il marchio di “Gomorra” dal quartiere, sarà l’unica delle tre a non dover essere abbattuta, bensì solo riqualificata. Il progetto in questione è stato presentato appena ad aprile scorso nell'ambito del Piano Periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro): prevedeva la sistemazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura.

Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall'architetto Franz Di Salvo. Nel progetto erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un “nucleo di socializzazione” che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell'opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga.

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