mercoledì 6 marzo 2024
Distrutta dalle fiamme nel luglio scorso, l'opera di Pistoletto è stata ricostruita sulla sue ceneri e ricollocata nello stesso posto. Il sindaco Manfredi: simbolo di rinascita. Ecco cosa rappresenta
La nuova "Venere degli stracci" in piazza Municipio a Napoli

La nuova "Venere degli stracci" in piazza Municipio a Napoli - Fotogramma

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Com’è nella natura stessa dell’opera, la "Venere degli stracci" riappare nuova sulle sue ceneri. Parliamo dell’installazione di Michelangelo Pistoletto data alle fiamme il 12 luglio scorso da un 32enne senza dimora con problemi psichici e adesso riposizionata nello stesso posto, in piazza Municipio a Napoli. «Oggi è un momento di rinascita anche simbolica - ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi - la Venere rinasce dopo questa storia che ci fa capire dei tanti conflitti che viviamo nella nostra società e a cui dobbiamo dare risposta».
Dono di Pistoletto a Napoli, la nuova Venere è sorretta dal relitto sopravvissuto all’incendio. Resterà in piazza Municipio per tre mesi prima di essere collocata definitivamente, al termine delle necessarie verifiche tecniche, nella chiesa di San Pietro ad Arem. Fino ad allora a garantire la sua sicurezza sarà un servizio di vigilanza attivo 24 ore su 24.
Simbolo della bellezza capace di resistere gli insulti della povertà e del caos, il fascino dell’opera è nell’armonia dei contrasti: da una parte un coacervo di colori, dall’altra un candido bianco. Da un lato la confusione, dall’altra la regolarità delle proporzioni. E poi la modernità di contro all’antichità e così via, le interpretazioni possibili sono tante. Anche se la parola definitiva spetta allo stesso Pistoletto secondo cui la Venere «rappresenta l’umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore. La Venere viene dalla storia della bellezza per rigenerare questi stracci che, di colpo, diventano opera d’arte e ritornano a vivere». L’opera, come noto, si ispira alla “Venere con mela” dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. È stata realizzata per la prima volta nel 1967 e ne esistono varie versioni in diversi musei di tutto il mondo.

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