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È cominciata ieri la scuola anche per il bambino di sei anni di Pontedera, in provincia di Pisa, con sindrome di Down che il primo giorno era dovuto restare a casa per la mancata assegnazione di un insegnante di sostegno. La storia dell’alunno, denunciata dalla madre, si è sbloccata solo nella serata di lunedì grazie a una nomina arrivata in extremis. La scuola aveva a disposizione soltanto un insegnante per 15 alunni disabili, e aveva consigliato alla famiglia di ritardare l’inizio delle lezioni per il bambino. Formalmente non è possibile vietare a qualcuno l’ingresso a scuola. «Come previsto dalle norme vigenti – ha spiegato il Ministero dell’Istruzione in una nota – degli studenti con disabilità non si occupano solo gli insegnanti di sostegno, ma anche quelli curriculari ».
Il dicastero si è anche impegnato a svolgere i necessari accertamenti, chiedendo una relazione urgente al dirigente scolastico. Quest’ultima si è difesa sostenendo che non è responsabilità della scuola se gli insegnanti non sono stati nominati in tempo. Ciò che conta è che adesso il bambino, che da settimane non vedeva l’ora di cominciare la sua avventura nella scuola primaria, abbia potuto finalmente sedere al suo posto in classe e vivere, anche se in ritardo, il primo giorno di scuola. Il tema delle nomine degli insegnanti di sostegno preoccupa l’Associazione nazionale insegnanti e formatori. Gli alunni con disabilità quest’anno sono 269mila, 10mila in più dell’anno scorso, «ma un insegnante su due è precario sui posti di sostegno», sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief.
Azzolina: priorità al sostegno Dopo due giorni di apertura delle scuola la ministra Azzolina rassicura: «Nelle nomine è stata data priorità assoluta agli insegnanti di sostegno». Si tratta comunque di un «problema endemico», ha chiarito, perché «non ci sono abbastanza insegnanti specializzati. Siamo al lavoro insieme al ministro Manfredi per aumentare il numero dei formati». Per quanto riguarda il rischio di un nuovo lockdown, la ministra ha aggiunto di «escluderlo» al momento. «Non siamo più quelli di marzo, abbiamo lavorato, le conoscenze scientifiche si stanno evolvendo».
Il centrodestra attacca «Mancano 100mila docenti e oltre 2 milioni di banchi. Mancano gli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili. Ci sono bambini in ginocchio costretti a scrivere usando le sedie come banchi». Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si è sfogato ancora una volta sul suo profilo Facebook in merito alle falle della ripartenza. Attacchi anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che durante un comizio nel Ferrarese, ha detto: «Ti spezza il cuore a vedere bambini disabili che speravano di tornare in classe dopo mesi di distanza e invece sono rimasti a casa perché non c’è l’insegnante di sostegno». Intanto la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) denuncia: «Da subito ci hanno segnalato criticità sugli insegnanti di sostegno. Non riuscire a garantire a tutti il diritto costituzionale all’istruzione dovrebbe far riflettere».
Quello che c’è e quello che ancora manca
5,6 milioni
Gli studenti che sono tornati a scuola ieri in 13 Regioni. Nei prossimi giorni toccherà ad altre 7. Molti Comuni hanno deciso per il posticipo
10%
400mila
I banchi monoposto consegnati dal ministero alle scuole. Ne servono 2,4 milioni, «a fine ottobre ne avranno 2 milioni» ha promesso Azzolina
136
I milioni di mascherine chirurgiche consegnate finora alle scuole: la stima del commissario Arcuri è che ne servano 10 milioni al giorno
250mila
Il numero di insegnanti necessario per l’anno in corso. Delle 84.808 assunzioni autorizzate ne sono state autorizzate 24.534 (meno di un terzo)
50%
La percentuale di posti scoperti tra gli insegnanti di sostegno. E la metà degli alunni con disabilità ha ricominciato la scuola con uno sconosciuto
Positivi a Gorizia e Ferrara A Gorizia lo screening sierologico avviato sul personale scolastico ha consentito di individuare tempestivamente un caso di Covid-19 tra gli insegnanti di una scuola materna. Il docente, dopo essere risultato positivo al test sierologico, è stato sottoposto a tampone, anch’esso risultato positivo. La scuola è stata chiusa per sanificazione straordinaria. I bambini delle due classi coinvolte e i loro genitori verranno ora sottoposti a tampone, come ha fatto sapere il vicepresidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi. Anche a Ferrara un insegnante di una scuola d’infanzia è risultato positivo ieri mattina. Il Comune ha contattato tutto il «gruppo classe»: si tratta di 14 bambini e di altri due componenti del personale educatore per i quali è scattato l’isolamento domiciliare in attesa di essere sottoposti a tampone.
Scontro sulle misurazioni Finisce davanti al Tar il braccio di ferro tra governo e Regione Piemonte sull’ordinanza che obbliga le scuole piemontesi a verificare la temperatura degli studenti. Il documento è stato impugnato dalla ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, che nei giorni scorsi aveva definito «intempestivo e inopportuno» il provvedimento. «Lo difenderemo con forza», ribatte il governatore Alberto Cirio, rivendicando «il solo fine di tutelare la salute di alunni, personale scolastico e delle loro famiglie». «Il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché gli studenti contagiati non devono prendere i mezzi per andare a scuola. Non si può a 4 giorni dall’apertura cambiare le regole del gioco», aveva detto Azzolina, che ha firmato l’impugnativa col ministro Speranza. Le scuole piemontesi, intanto, stanno già applicando l’ordinanza. Ed è scontro, di nuovo, anche con la Regione Sardegna: è stata impugnata pure l’ordinanza, in vigore dall’altroieri, che prevede test obbligatori per i passeggeri in entrata privi di certificazione di negatività al Covid.