martedì 18 giugno 2024
Gli istituti controllati sono tutti in Campania, Lazio e Sicilia. Nel 2023 tra il quarto e il quinto anno di scuola superiore gli iscritti alle paritarie erano aumentati di oltre 30mila unità
Una scuola superiore di Roma

Una scuola superiore di Roma - Ansa

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Bisogna tornare indietro nel tempo per capire la nota diffusa ieri sera dal ministero dell'Istruzione, in cui viene fatto il punto sul Piano straordinario di vigilanza sui diplomifici avviato un anno fa e in cui vengono annunciate ispezioni in 70 scuole paritarie di II grado, per 47 delle quali è stata avviata la procedura di revoca della parità. Un anno fa fece infatti molto scalpore un documentato e corposo dossier della rivista specializzata Tuttoscuola concentrato sull'edizione della Maturità 2023 in cui si ipotizzava come «almeno 10mila diplomati» avessero «acquisito un titolo, che ha valore legale, con modalità sospette». In sostanza, incrociando i dati delle iscrizioni agli anni precedenti con quelli dell’ultimo anno, si scoprì un incremento esponenziale degli iscritti: segno che tanti studenti, oltre 30mila secondo Tuttoscuola, erano passati dalla scuola statale a quella paritaria esclusivamente per sostenere la Maturità, producendo un incremento delle iscrizioni, esclusivamente alla classe terminale, fino al 166%.

Naturalmente, questo fenomeno riguardava un’esigua minoranza delle scuole paritarie, concentrate in pochi territori. Praticamente era presente in appena 92 istituti (il 6,5% del 1.423 istituti paritari che portano studenti alla Maturità), per un totale di 10.941 studenti iscritti. E, per, il 90,5%, si concentrava in istituti paritari della Campania, mentre il 6,3% in scuole del Lazio e il 3,2% in istituti della Sicilia. «Nessuno di quei 92 istituti è localizzato in altre regioni d’Italia», scriveva Tuttoscuola. Sempre in Campania si era concentrata la grande maggioranza delle 166mila nuove iscrizioni fatte registrare dalla scuole superiori paritarie italiane nel passaggio dal quarto al quinto anno dell'anno successivo: circa 105mila su istituti paritari della Campania, pari ad un incremento del 691%. Ciò che aveva portato Avvenire a sottolineare come fosse scorretto paragonare tutte le paritarie a diplomifici, una tentazione a cui purtroppo hanno ceduto molti giornali e siti di informazione utilizzando titolazioni a dir poco pressapochiste.

Le irregolarità riscontrate

Ora arrivano i dati dell'attività giustamente avviata dal ministero dopo quella denuncia. Le scuole oggetto dell'ispezione del ministero sono state individuate fra quelle nelle quali si è maggiormente evidenziato negli anni scolastici precedenti il fenomeno di un abnorme incremento degli studenti iscritti alle classi terminali a fronte di un esiguo numero di studenti frequentanti le classi iniziali. I risultati delle ispezioni hanno evidenziato un quadro diffuso di irregolarità che sono passate al vaglio degli Uffici scolastici regionali di Campania e Lazio e della Regione Sicilia. Inoltre, in una serie di casi, i collegi ispettivi hanno promosso la segnalazione alla Guardia di Finanza, anche grazie al Protocollo d'intesa siglato dal Ministero dell'Istruzione e del Merito con il Comando Generale, e alla Procura della Repubblica per i profili di indagine di competenza.

Tra le irregolarità più gravi e significative che sono emerse dalle ispezioni il ministero segnala: numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune discipline; mancanza dei laboratori, dell'azienda agraria nel percorso tecnico agrario, delle cucine e delle derrate alimentari nei percorsi enogastronomici; assenza del curricolo di educazione civica; funzionamento di più classi quinte collaterali con alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica; personale docente privo di abilitazione e persino del titolo di accesso per l'insegnamento delle discipline; difformità delle ore di servizio indicate nei contratti individuali di lavoro rispetto alle prestazioni lavorative risultanti dai documenti di assegnazione alle classi; grave inosservanza delle disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi; lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato.

In aggiunta alle verifiche del piano di vigilanza, il ministro Valditara ha promosso anche altre iniziative normative, che sono orientate a contrastare ancora più efficacemente le irregolarità che sono emerse dai controlli in corso: per esempio l'obbligo del registro elettronico, i limiti alla istituzione delle classe collaterali, le regole per il sostenimento contestuale di esami per più anni scolastici. Le nuove misure sono state approvate in Consiglio dei ministri nell'ambito del disegno di legge Semplificazioni. Il ddl è di imminente presentazione alle Camere assicura il ministro Valditara e sarà approvato, secondo quanto previsto dal Pnrr, entro la fine di quest'anno.

«Le paritarie non sono diplomifici»

«Ben vengano controlli ed ispezioni. Così, una volta per tutte, sarà chiaro che le scuole paritarie non hanno nulla a che fare con i diplomifici». Dal mondo delle scuole paritarie era subito salito un consenso unanime all’iniziativa annunciata dal ministero l'anno scorso dopo la denuncia di Tuttoscuola. Anche se si era fatto notare che gli strumenti per le opportune e necessarie verifiche di regolarità si sarebbero potuti attivare anche prima della Maturità e non soltanto dopo che il danno era stato fatto. Il decreto ministeriale 83 del 2008 prevede infatti che «per le classi terminali della scuola secondaria superiore, il gestore può chiedere, con adeguata motivazione, entro l’avvio dell’anno scolastico, l’autorizzazione al Direttore scolastico regionale per una sola classe collaterale, qualora gli studenti neo iscritti non possano essere inseriti nelle classi esistenti». Alla luce di queste disposizioni, come è allora possibile che esistano scuole a piramide rovesciata, che partono in prima superiore con una classe di 25 alunni e arrivano in quinta con 100 studenti e, come abbiamo visto, anche di più? Dove sono inseriti questi alunni (interni, cioè che si iscrivono direttamente nella scuola paritaria), se la scuola stessa può attivare solo una classe collaterale in più? Chi doveva controllare e non l’ha fatto?

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