Un braccialetto elettronico - Ansa
Inadeguate. Il Csm, come aveva già fatto nei giorni scorsi la commissione del Consiglio Superiore della magistratura, boccia gli interventi per ridurre il sovraffollamento carcerario e limitare il contagio nelle carceri da Coronavirus contenute nel decreto Cura Italia. Con una delibera approvata a maggioranza, l’assemblea di Palazzo dei marescialli - riunita oggi con pochi consiglieri presenti e la gran parte da remoto - avverte: aver condizionato la detenzione domiciliare ai braccialetti elettronici, di fatto indisponibili, «contribuirà significativamente» a rendere questo istituto «inadeguato» alle sue finalità.
Il parere è stato approvato con 12 voti a favori, 7 contrari e 6 astensioni. Hanno votato contro i laici di Lega e Cinquestelle e i togati Nino di Matteo e Sebastiano Ardita (Autonomia e Indipendenza). Si è astenuto tutto il gruppo di Area. Gli altri consiglieri hanno votato tutti a favore, compresi il primo presidente e il pg della Cassazione.
In particolare, il Consiglio superiore della magistratura sottolinea comunque che è «indifferibile l'adozione di soluzioni atte a ridurre le condizioni di sovraffollamento carcerario». Tuttavia le norme contenute nel decreto Cura Italia per i detenuti – come la possibilità degli arresti domiciliari per chi ha meno di 18 mesi da scontare - sono «inadeguate», visto che «una parte numericamente non esigua della popolazione detenuta non potrà, infatti, avere accesso alla misura per l’indisponibilità di un effettivo domicilio». Per i detenuti che potranno fruirne invece, l’incisività dell’intervento risulterà invece «fortemente depotenziata dalla indisponibilità degli strumenti di controllo elettronici, la cui carenza, non da oggi, costituisce una delle maggiori criticità del nostro sistema».
Proprio oggi il Garante nazionale per i detenuti, nel bollettino quotidiano dei contagi all’interno degli istituti penitenziari, sottolinea che la situazione è «pressoché stabile», con un nuovo caso subito trasferito in ospedale. Ma il garante sottolinea soprattutto la difficoltà, visto l’affollamento delle carceri, di assicurare un isolamento dei malati. Per questo è in atto un monitoraggio di «tutte le situazioni avendo ben chiaro che la finalità di efficacemente isolare coloro che possono essere venuti in contatto con altri risultati positivi richiede una numerosità e varietà di spazi che il sistema attualmente non riesce ad assicurare perché tuttora particolarmente affollato».