I Vigili del fuoco al lavoro nel cantiere del crollo - ANSA
Le indagini sul crollo nel cantiere del nuovo supermercato Esselunga a Firenze saranno complesse, mentre si cerca ancora l’operaio che risulta disperso. Ma il procuratore della Repubblica di Firenze, Filippo Spiezia, conferma che, se «è prematuro dire qualcosa» sulla dinamica dell’incidente, «il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere». Non si è ancora rinvenuto l’operaio che risulta disperso, Bouzekri Rachimi, 56 anni, marocchino residente a Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Mentre le salme già recuperate dei quattro operai sono all’ospedale di Careggi a disposizione della Procura in vista dell’autopsia. Si tratta di Luigi Coclite (60 anni), abruzzese residente in provincia di Livorno; Mohamed Toukabri (54 anni), tunisino; Mohamed El Farhane (24 anni), marocchino; Taouflik Haidar (43 anni), marocchino.
Il procuratore Spiezia ha precisato che «è difficile identificare i corpi» degli operai travolti dal crollo: l’identificazione «è stata avviata con l’ausilio di esperti e richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche». Attraverso i documenti, sono noti i nomi di chi doveva trovarsi nel cantiere, ha specificato il procuratore: «Sappiamo i nominativi, ma non sappiamo abbinarli». I tre operai romeni rimasti feriti intanto restano ricoverati all’ospedale di Careggi. Nel cantiere, peraltro, erano presenti un’altra decina di operai, ha aggiunto il procuratore. Spiezia ha confermato che «da prime verifiche compiute che per alcuni operai vi fosse una condizione di irregolarità circa la loro presenza sul territorio nazionale». «Detto questo - ha aggiunto - diverso è il discorso per quanto riguarda le posizioni contrattuali e quant’altro» oggetto di successivi accertamenti.
Ieri il pm Francesco Sottosanti al quale (con la collega Alessandra Falcone) è stato affidato il fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di crollo colposo e omicidio colposo plurimo, per ora a carico di ignoti, si è recato ancora al cantiere, insieme ad alcuni funzionari dell’Asl Toscana Centro. «Questa è classificata come una grande opera – ha spiegato il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana Centro, Renzo Berti – perché ha un volume economico importante. In questi casi c’è un monitoraggio molto frequente, la nostra ultima verifica era stata condotta il 12 gennaio scorso e non aveva dato luogo a rilievi. Ce ne erano state altre precedenti perché c’è una sistematicità di controllo molto frequente». E il prossimo controllo era previsto per marzo. Berti ha poi aggiunto che «in generale i subappalti sono uno strumento che consente di realizzare una maggiore efficienza delle attività e anche una maggiore rapidità di svolgimento. Non è detto che il subappalto in sé sia il male, può accadere che ci sia subappalti fatti con un criterio non adeguato. Ma su questo non abbiamo rilevato niente».
Sul luogo del crollo, intanto, è stata rimossa dai Vigili del fuoco la trave che, cedendo, ha travolto i solai sottostanti. La Polizia postale ha cominciato ad acquisire i documenti nella azienda produttrice della trave, la società Rdb di Atri (Teramo), relativamente all’appalto con Esselunga, compresi i contratti di lavoro del personale, ma passeranno giorni prima che abbiano completato la perquisizione. Nella ditta sono state eseguite verifiche sul materiale prodotto ma non risulterebbero anomalie e i vertici della Rdb non sono indagati. È anche emersa l’ipotesi che la trave – secondo quanto ha riferito domenica un servizio del TgR Abruzzo della Rai – non fosse stata completamente fissata dal personale della ditta abruzzese, quando il personale di un’altra società avrebbe avviato la gettata di cemento nella stessa area, all’ultimo piano della struttura.
Una nota del procuratore Spiezia sottolinea che «le indagini si profilano complesse sotto molteplici profili. Sono state prontamente adottate iniziative per acquisire al procedimento gli elementi di prova, non solo documentali, onde ricostruire i fatti accaduti e accertare eventuali responsabilità». «C’erano otto lavoratori di tre imprese diverse», ha specificato ancora il procuratore davanti ai giornalisti, aggiungendo: «Ovviamente il lavoro di acquisizione delle fonti di prova non è ultimato ma possiamo dire che abbiamo messo al riparo quelli che sono i principali dati probatori che ci serviranno anche per le ricostruzioni di tipo tecnico».
Il procuratore ha anticipato che tutta l’area verrà sottoposta a sequestro all’esito del rinvenimento dell’ultimo soggetto disperso». A questo proposito, il procuratore Spiezia «richiede la collaborazione di tutti affinché, una volta apposti i sigilli all’area in sequestro, ci si astenga da qualsiasi indebito accesso ai luoghi, sia per preservarne il loro stato in vista delle indagini tecniche, sia per evitare ulteriori incidenti, alla luce della instabilità delle strutture crollate e giacenti in sito».