Campania e Veneto sono le regioni con più richieste di aiuto da parte di vittime di usura nel 2020 - Archivio
"In questi anni molti sono i commercianti, dagli imprenditori di Foggia a quelli di Bagheria e di Napoli, che si sono ribellati al pizzo e alle intimidazioni, che hanno alzato la testa e non hanno avuto dubbi, puntando sulla forza e sulla credibilità delle Istituzioni". Questo il dato che emerge dalla relazione annuale del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Annapaola Porzio. "Tuttavia - prosegue il rapporto - ci sono aree del nostro Paese dove questi fenomeni, ben presenti e radicati, non sono riconosciuti come tali dalla popolazione".
"Su questo occorre fare un lavoro ancora più intenso, in stretta collaborazione anche con gli Enti locali e le Regioni, affinché si sviluppino quei comportamenti responsabili e di militanza della legalità che portano da un lato alla denuncia, dall'altro alla formazione di enti associativi antiracket e antiusura", aggiunge Porzio.
Secondo il commissario antiracket "bisogna superare definitivamente gli sguardi beffardi di quanti spesso sembrano dire 'noi siamo ancora qua', dando maggiore impulso alle attività delle Prefetture".
A oggi il Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura è stato convocato 33 volte. Sono state esaminate 1.584 posizioni e deliberata la concessione di oltre 18 milioni di euro da uno specifico fondo tra elargizioni e mutui.
La
Campania
e il
Veneto
sono le regioni che nel 2020 hanno fatto registrare più richieste di aiuto da parte delle vittime di usura. Sulle elargizioni in favore delle vittime, i decreti dall'inizio del 2020 fino al 31 agosto riguardano per il 77% le attività nel settore del commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione auto, moto e beni personali. Il 9% per alberghi e ristorazione. "Le risorse che sono arrivate hanno fatto sì che alcuni cittadini, anche inconsapevolmente, non siano caduti in mano a usura ed estorsioni", ha detto la ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
In merito all'emergenza Coronavirus, il rapporto mette in guardia dal proliferare del cosiddetto "welfare mafioso di prossimità", ovvero "quel sostegno attivo alle famiglie degli esercenti attività commerciali e imprenditoriali in difficoltà o in crisi di liquidità in cambio di future connivenze, con la non remota possibilità di infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico".
Le piccole e medie imprese, infatti, costituiscono il comparto economico che soffre maggiormente delle difficoltà dovute alla pandemia e, quindi, più esposte a intimidazioni, usura ed estorsione, insieme ai lavoratori autonomi e i liberi professionisti con partita Iva.