giovedì 13 febbraio 2025
Accordo dopo contatti Meloni-Schlein su Massimo Luciani, Francesco Saverio Marini, Maria Alessandra Sandulli e Roberto Cassinelli. La premier: bene l'accordo. La segretaria dem: grande soddisfazione
Il Palazzo della Corte Costituzionale

Il Palazzo della Corte Costituzionale

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In extremis arriva l'accordo bipartisan sulla Corte Costituzionale. Sono stati eletti Massimo Luciani, professore emerito di Diritto pubblico dell'Università La Sapienza di Roma, con 505 voti (in quota opposizioni e indicato dal Pd); Roberto Cassinelli, ex parlamentare e avvocato, con 503 voti (in quota Forza Italia); Maria Alessandra Sandulli, giurista e Ordinario a Roma Tre, con 502 voti (il nome 'tecnico' su cui si è raggiunta l'intesa); Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi e 'padre' della riforma costituzionale sul premierato, con 500 voti (in quota FdI).

Hanno inoltre ricevuto voti il viceministro alla Giustizia ed esponente di Forza Italia Francesco Paolo Sisto (in tutto 4 preferenze, era inizialmente nella rosa dei papabili di FI) e il senatore 'azzurro' Pierantonio Zanettin (5 voti, anche lui tra i papabili fino a quando dal governo si e' preferito non eleggere parlamentari in carica).

Una partita che si è chiusa dopo mesi di muro contro muro, schede bianche, tensioni, accuse e controaccuse, ben 14 fumate nere (per sostituire dopo oltre un anno lo scranno di Silvana Sciarra), a cui si aggiungono le 4 votazioni andate a vuoto per eleggere i successori di Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti, arrivati a scadenza a dicembre scorso. Il tutto sotto i riflettori accesi dal Quirinale (Mattarella in occasione della cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare aveva lanciato un monito affinché si procedesse senza indugi al ripristino del plenum della Consulta). Ma la trattativa ha rischiato fino a ieri pomeriggio di arenarsi nuovamente, complici anche alcuni 'rimpalli' di responsabilità tra maggioranza e opposizioni e all'interno dello stesso centrodestra, con voci su distinguo leghisti, poi smentiti a sera da una nota del partito, e altrettante voci su una sorta di 'diatriba' interna agli 'azzurri', che il leader Antonio Tajani liquida con un categorico «mai stato un problema dentro Forza Italia. Che ci fossero legittime aspirazioni sì, ma non abbiamo mai litigato».

Alle 9 e 40 parte la seduta comune del Parlamento per l'elezione e la fumata bianca sembra scontata. Un'intesa complicata (per l'elezione dei giudici costituzionali è richiesta la maggioranza dei tre quinti vale a dire 363 voti) ma alla fine centrata anche dopo gli ultimi decisivi contatti tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Si racconta di un colloquio "risolutivo" al telefono tra la premier Meloni e la segretaria Pd Schlein così come, negli ultimi giorni, la presidente del Consiglio avrebbe sentito anche il leader M5s, Giuseppe Conte. La trattativa, dunque, secondo diverse fonti, si è sbloccata dopo l'atteso via libera finale della premier Giorgia Meloni sul nome della giurista Sandulli, che l'ha "spuntata" sulla cognata: sì, perchè in un primo momento, infatti, era circolato il nome di Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata generale dello Stato. Alessandra Sandulli è l'unica donna su quattro giuristi eletti, 'figlia d'arte' (suo padre, Aldo Mazzini Sandulli, è stato presidente della Corte Costituzionale). Non è l'unica: anche Marini è 'figlio d'arte' (il papà, Annibale Marini, è stato presidente della Corte dal 2005 al 2006).

Tra i primi a congratularsi per l'elezione, proprio Meloni che ha anche espresso «soddisfazione per l'ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari». Soddisfatta anche la leader dem: «L'accordo ha tenuto con grande compattezza sia delle opposizioni che della maggioranza. Molto bene, c'è grande soddisfazione», osserva Schlein. Per Tajani l'elezione «è un bel segnale per la democrazia». Un accenno polemico lo fa il verde Angelo Bonelli, che rivendica il «grande senso di responsabilità» dimostrato dalle opposizioni, «una responsabilità che non abbiamo visto nella maggioranza, fino all'ultimo».

E che l'intesa odierna sia solo una parentesi lo lascia intendere anche la capogruppo dem Chiara Braga (bene il confronto ma resta lo scontro politico, afferma in sostanza). Dal canto suo FdI rivendica «il forte senso di responsabilità, la serietà e il rispetto delle istituzioni del centrodestra», affermano i due capigruppo Galeazzo Bignami e Lucio Malan. E Conte chiosa: «Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all'ultimo».

Francesco Saverio Marini

Francesco Saverio Marini, nato a Roma nel 1973 (52 anni), è il costituzionalista indicato da FdI ed eletto alla Consulta, apertamente «cattolico e di centrodestra», come lui stesso si è definito, è stato scelto dalla premier Giorgia Meloni come consigliere giuridico a Palazzo Chigi, incarico svolto a titolo gratuito e che annovera la consulenza sulla riforma del premierato. Marini, figlio del giurista Annibale Marini che è stato presidente della Consulta e ritenuto vicino a Silvio Berlusconi, è docente di Istituzioni di diritto pubblico all' Università di Tor Vergata, ateneo romano del quale è anche pro-rettore. Svolge anche la libera professione di avvocato amministrativista con avviatissimo studio ai Parioli, solida clientela di grandi imprese, Regioni e pubbliche amministrazioni, partiti politici, Comuni e municipalizzate.

Marini, considerato il padre del premierato, è abituato fin da giovanissimo alla frequentazione dei palazzi romani dove ha ricoperto molti incarichi. È stato, ad esempio, capo della Segreteria tecnica del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricalà, consigliere all'Autorità antitrust e anche vicepresidente del consiglio di presidenza della Corte dei Conti. Tra gli altri incarichi istituzionali affidati a Marini, nel corso degli anni, figurano quello di coordinatore della commissione per Roma Capitale del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie.

Roberto Cassinelli

Roberto Cassinelli, avvocato 69enne genovese, indicato da Forza Italia, è stato già deputato e senatore azzurro con Silvio Berlusconi in quota Fi. Alle elezioni politiche del 2013 è candidato al Senato della Repubblica, in Liguria, nelle liste del Popolo della Libertà e risulta il primo dei non eletti. Il 20 aprile 2017, in seguito alle dimissioni di Augusto Minzolini dalla carica di parlamentare, gli subentra e viene proclamato senatore per la parte residua della XVII Legislatura. Il suo picco di notorietà è dovuto al fatto che nel gennaio del 2022 ricevette 7 voti nella prima votazione per il Quirinale. Alle elezioni politiche del 2008 era stato eletto alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Liguria, nelle liste del Popolo della Libertà, nella XVI Legislatura. Alla Camera dei deputati è stato membro della Commissione permanente Giustizia, segretario della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.

La sua attività parlamentare si è concentrata prevalentemente sui temi della giustizia, delle libere professioni e del diritto delle nuove tecnologie. In particolare, ha dato vita a numerose iniziative parlamentari a difesa della libertà di espressione in rete. È stato primo firmatario e relatore della riforma dell'ordinamento forense. Nella XVII legislatura presenta una mozione sull'ipotesi di rimozione delle statue di Cristoforo Colombo. Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per la Camera dei deputati nel collegio plurinominale della Liguria in seconda posizione dietro a Rita dalla Chiesa, ma non viene rieletto.

Massimo Luciani

Massimo Luciani, nato a Roma nel 1952 (73 anni), è il costituzionalista di area dem, indicato dal Pd, eletto giudice alla Consulta dal Parlamento, nel suo curriculum ha anche il titolo di accademico dei Lincei. È professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma, 'La Sapienza'. È stato presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti per il triennio 2015-2018, e ha ricevuto il 'Premio Sandulli' nel 2017.

È avvocato, del Foro di Roma, ed esercita attività professionale, in particolare nei settori del diritto costituzionale, del diritto regionale, del diritto amministrativo, del diritto previdenziale delle categorie libero-professionali. Si è laureato nel 1975 presso l'Università degli Studi di Roma, con una tesi in diritto costituzionale. Ha iniziato l'attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza de 'La Sapienza'. Dopo aver svolto il servizio militare di leva, è tornato all'attività di ricerca. Dal 1979 al 1985 è stato assistente ordinario presso l'Istituto universitario navale di Napoli, Facoltà di Economia marittima, Cattedra di Istituzioni di diritto pubblico. Nel 1985 ha anche prestato servizio come assistente di studio presso la Corte costituzionale. Dal 16 novembre 1985 al 31 ottobre 1987 ha prestato servizio come professore associato di Diritto costituzionale italiano e comparato presso l'Università degli Studi di Perugia. Dal 2 luglio 1987 al 31 ottobre 1990 ha prestato servizio come professore straordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Pavia.

Maria Alessandra Sandulli

Nata a Napoli nel 1956, Alessandra Maria Sandulli (68 anni) è professore Ordinario di Diritto Amministrativo, è titolare degli insegnamenti Diritto amministrativo e Giustizia amministrativa presso l'Università degli Studi Roma Tre. Presso la medesima Università, dal 2017 al 2020 ha anche svolto l'insegnamento di Diritto Sanitario. Suo padre Aldo, giurista illustre di diritto amministrativo, è stato presidente della Corte Costituzionale. Sua cognata. Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata dello Stato, era uno dei nomi circolati e in lizza per la Consulta.

Quello di Sandulli è considerato il nome tecnico sul quale è stato trovato l'accordo. A novembre 2014 era stato Matteo Renzi a proporla come giudice per la Consulta in quota azzurra: a far discutere, allora, fu il fatto che Sandulli nel 2005 condivise l'appello dei giuristi 'Salviamo la Costituzione' contro la riforma della giustizia di Berlusconi. Avvocata cassazionista dal 1985, Sandulli è titolare di un proprio studio legale nel centro di Roma, specializzato in diritto amministrativo e correlate questioni di diritto costituzionale ed europeo, con particolare riguardo all'edilizia, ai lavori pubblici, alla contrattualistica pubblica, ai servizi pubblici (su tutti energia e trasporti), alla tutela della concorrenza, alla sanità e all'ambiente, nonché, in generale - come si legge sul sito dello studio - alle questioni relative alle sanzioni amministrative e alle problematiche dell'attività e della giustizia amministrativa.



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