sabato 3 agosto 2024
La storia giudiziaria dell'eccidio della stazione: glie secutori, i mandanti e chi provò a confondere le acque
2 agosto 1980: la bomba alla stazione di Bologna

2 agosto 1980: la bomba alla stazione di Bologna - ANSA

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Mancano ancora due giudizi in Cassazione per chiudere definitivamente la storia giudiziaria sulla strage del 2 agosto 1980, ma con la conferma dell’ergastolo in appello a Paolo Bellini, arrivata l’8 luglio, i nuovi processi sull’attentato hanno fatto nuova luce sui responsabili. Confermando la matrice neofascista.

Gli autori sono i terroristi dei Nar, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva da anni: la coppia dal 1995, Ciavardini dal 2007. A loro si è aggiunto un altro Nar, Gilberto Cavallini, che avrebbe quanto meno fornito supporto logistico e poi Paolo Bellini, l’ex primula nera di Avanguardia Nazionale. Cavallini e Bellini sono stati condannati in secondo grado, in due diversi filoni: il primo ha già fatto ricorso alla Cassazione, il secondo per farlo attenderà le motivazioni dell’ultima sentenza. Tutti e cinque si sono sempre detti innocenti.

L’importanza del processo Bellini sta anche nella valutazione della complicità di altri esponenti della galassia della destra eversiva e nell’aver sancito che l’ideazione sarebbe stata della P2 con l’aiuto dei servizi deviati.

Ma i protagonisti del “secondo livello” sono tutti morti e non è stato possibile giudicarli: Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi.

Un capitolo a parte riguarda i depistaggi.

La Cassazione, già nel novembre del 1995, ha confermato le condanne per Gelli (10 anni), Francesco Pazienza (10 anni) e per gli ex ufficiali del Sismi Pietro Musumeci (8 anni e 5 mesi) e Giuseppe Belmonte (7 anni e 11 mesi).

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