martedì 20 febbraio 2024
Installazione-provocazione in centro a Milano sugli effetti del cambiamento climatico: un auto distrutta da giganteschi chicchi di grandine. Ma è nulla rispetto a quello che succede in Pakistan
L'auto distrutta da giganteschi chicchi di grandine in via Paolo Sarpi, a Milano

L'auto distrutta da giganteschi chicchi di grandine in via Paolo Sarpi, a Milano - Fotogramma

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Da una delle città più inquinate d'Italia (o forse dell'intero pianeta, per alcuni) è nata stamattina in pieno centro a Milano l'installazione-provocazione voluta dall’organizzazione internazionale Cesvi per ribadire che l'emergenza climatica esiste e influenza già le nostre vite per ribadire la necessità di agire e proteggere i paesi più vulnerabili, ma anche l’Europa e l’Italia, colpite in tempi recenti da vari disastri naturali. “Il cambiamento climatico non esiste… ma è già qui”, si legge sull’opera, un’auto devastata da enormi chicchi di grandine.

Gli eventi climatici estremi, infatti, sono sempre più presenti ovunque, anche nel nostro Paese, sottolineano dall'organizzazione internazionale vicina ai Paesi più poveri. La città di Milano porta ancora le “ferite” delle violente piogge e grandinate che l’hanno recentemente colpita, così come le devastanti alluvioni hanno messo a dura prova l’Emilia-Romagna. “Non si tratta di fenomeni passeggeri o imprevedibili, ma degli effetti del riscaldamento globale, che fa sì che le tempeste siano sempre più violente. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 0,6° maggiore rispetto al 1991-2000 e di 1,48° dal livello preindustriale. Tra 1970 e 2021 i fenomeni meteorologici estremi nel mondo sono stati 11.778, con 4.300 miliardi di dollari di danni economici e la morte di 2 milioni di persone, per il 90% nei Paesi in via di sviluppo”.

Ma se pensiamo che una macchina distrutta possa essere una tragedia, i promotori dell'installazione invitano a ricordare che questa non è nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che capita regolarmente in altri Paesi del mondo, dove gli eventi meteorologici estremi spazzano via ogni cosa, causando morte e devastazione. Come avvenuto in Pakistan tra il 2022 e il 2023. Per questo, poco distante dall’installazione, un totem multimediale mostra l’impatto dei cambiamenti climatici in tutto il mondo con un approfondimento sul Pakistan, Paese simbolo dell’ingiustizia climatica: tra i più colpiti al mondo dagli eventi naturali estremi, sebbene sia tra i minori produttori di gas serra. Le alluvioni del 2022 hanno sommerso un terzo del Paese, tanto che oltre 33 milioni di persone sono state colpite e più di 8,2 milioni costrette ad abbandonare le proprie case. Ma l’emergenza si è estesa nel 2023 anche nel Punjab dove più di 750.000 persone sono state colpite da piogge estreme con oltre 630.000 persone sfollate e quasi mezzo milione di acri di coltivazioni danneggiati.

«Il messaggio è chiaro: se pensiamo che quel che accade in Europa e Italia sia drammatico, è necessario guardare più lontano, spesso ai Paesi già colpiti dalla crisi climatica e martoriati da povertà, fame, malattie, guerre, ingabbiati in un circolo vizioso che non lascia scampo ai loro abitanti. Il cambiamento climatico esacerba le diseguaglianze e le ingiustizie sia a livello internazionale che locale. Da un lato i Paesi che soffrono maggiormente gli impatti del cambiamento climatico non sono affatto quelli che hanno contribuito di più alla genesi del fenomeno. Dall’altro in ogni singolo Paese sono le comunità più povere e marginalizzate ad essere le più colpite», ha detto Gloria Zavatta, Presidente di Cesvi. «La scelta di ribadire l’allarme sull’emergenza climatica in concomitanza della Fashion Week ci permette di attenzionare un tema di rilevanza assoluta in un momento di grande visibilità per Milano, città della moda, ma sempre più attenta alle tematiche legate alla sostenibilità».

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