Damiano Tommasi - Ansa
Il sindaco uscente Federico Sboarina ha telefonato di primo mattino a Damiano Tommasi, che l'ha battutto al ballottaggio per la poltrona di primo cittadino. Secondo i dati del Comune di Verona, quando sono state scrutinate 237 sezioni su 265, Tommasi, sostenuto dal centrosinistra, è al 53,46%, mentre Federico Sboarina, sostenuto da Fdi, Lega e liste civiche è al 46,54%. Al primo turno Damiano Tommasi aveva ottenuto il 39,80% e Federico Sboarina il 32,69%. Nessuno dei due candidati ha fatto apparentamenti per il ballottaggio.
"Gli ho detto che lasciamo una città che sta bene, è in salute ed è cresciuta durante questi cinque anni della nostra amministrazione, nonostante due anni di pandemia" ha detto il sindaco uscente. "Forse - ha aggiunto - non siamo riusciti a comunicare al meglio ai cittadini veronesi quello che abbiamo fatto".
La vittoria di Tommasi è un risultato sorprendente per Verona, dove il centrodestra regnava incontrastato dal 2007, dopo l'ultima giunta guidata da Paolo Zanotto (Democrazia e Libertà-Margherita). Poi il Pd e i partiti progressisti non aveva più toccato palla. Due legislature sotto Tosi e una di Federico Sboarina, che cinque anni fa aveva vinto con l'appoggio di tutto il centrodestra. Poi, però, era stato lui a rompere per primo lo schema, passando con Giorgia Meloni, e mettendo la Lega nella difficile scelta di sparigliare tutto: scegliendo anch'essa un candidato di bandiera, o puntare ancora su Sboarina, lasciando a Forza Italia (con l'appoggio di Matteo Renzi) l'avventura del Tosi 'ter'.
Un risultato sorprende anche per la figura "non politica" di Tommasi. Ex calciatore professionista, 48 anni, è sposato e padre di una famiglia numerosa: 6 figli. Centrocampista, è stato una colonna della Roma e della Nazionale ed è stato presidente dell'Associazione Italiana Calciatori.
In campagna elettorale ha mantenuto un "basso profilo", evitando i granti eventi e i selfie con i big di partito, e non è ricorso a social media e tv. Ha fatto tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un candidato nell'era della politica urlata e di internet: ha stretto migliaia di mani, ha girato come una trottola nel territorio, ha evitato scientificamente i palchi e la ribalta televisiva. E si è presentato agli elettori, lui già un outsider, con una squadra di 36 "volti nuovi", gente che non ha mai avuto precedenti esperienze di partito.
Oltre al Pd e al M5s, che l'hanno designato quale candidato sindaco, ha mostrato fiuto anche Carlo Calenda, che ha puntato a sua volta su Tommasi per cambiare faccia a Verona.