venerdì 6 settembre 2024
Polemista garbato, e fedelissimo di Meloni, arriva dalla presidenza della Fondazione Maxxi. Di lui si era parlato come titolare del dicastero alla nascita del governo, ma gli fu preferito Sangiuliano
Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella - Ansa

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Alessandro Giuli taglia il traguardo con due anni di ritardo. Sì, perché di lui si era parlato come possibile ministro della Cultura già alle origini del governo Meloni. Poi gli fu preferito Sangiuliano appunto, ma lui non ne fece un cruccio particolare: un po’ perché è sempre stato ritenuto un “meloniano doc”, pur nell’autonomia del ruolo da intellettuale d’area, un po’ perché fu subito compensato in qualche modo con la presidenza della Fondazione Maxxi, il museo di arti moderne di Roma, conferitagli proprio da Sangiuliano a novembre 2022.

E anticipatrice del passaggio di consegne è stata pure, due giorni fa, la sua comparsata a via del Collegio Romano, sede del ministero. Fra i dettagli della sua personalità l’essere appassionato di vini pregiati, collezionista di sigari e tifoso della Roma. Quasi 49 anni (è nato a Roma il 27 settembre 1975), dopo qualche anno di studi in Filosofia alla Sapienza di Roma, Giuli si è dato al giornalismo: ha cominciato come cronista scrivendo inizialmente per quotidiani locali e poi passando al “Foglio” di Giuliano Ferrara. È anche sposato con una collega giornalista di SkyTg24, Valeria Falcioni, con cui ha avuto due figli, nati nel 2016 e nel 2019. Nel 2004 è diventato professionista e sempre nella stessa testata è stato vicedirettore dal 2008 e poi condirettore, fino al 2017.

Come giornalista, ha collaborato con Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria. Poi la carriera televisiva che lo ha visto, sempre con un taglio da polemista gentile, fra 2019 e 2020 ospite fisso della trasmissione “Patriae”, condotta da Annalisa Bruchi su Rai 2, e nel 2020 al fianco di Francesca Fagnani nella non fortunata esperienza di “Seconda linea”, sempre su Rai 2, ma chiuso dopo 2 puntate. Il neoministro della Cultura è anche autore di diversi libri, tra cui “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti”, edito da Einaudi, “Gramsci è vivo”, edito da Rizzoli, e “Individui e potere tra identità e integrazione”. Nel suo Cv vanta anche le qualifiche di membro del comitato scientifico della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e analista e consulente per la Fondazione Med-Or, presieduta dall’ex ministro Pd Marco Minniti.

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