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Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato, eletto con 116 voti (su una maggioranza di 104). Sessantacinque le schede bianche, mentre due voti sono andati a Liliana Segre, che presiede l'Aula, e altrettanti per Calderoli. Da notare che 16 senatori di Forza Italia non hanno partecipato al voto, in polemica con Fratelli d'Italia, e che a La Russa sono andati voti anche dall'opposizione.
Con il cuore sempre a destra, da quella estrema degli anni ’70 a quella di oggi, diversa e più moderata di Fratelli d’Italia, partito di cui è stato fondatore nel 2012 assieme a Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Da 50 anni Ignazio Benito Maria La Russa è uno dei protagonisti della politica italiana e la poltrona di presidente del Senato rappresenta il punto più alto della sua lunga carriera. Classe 1947, avvocato penalista, sposato, tre figli dai nomi singolari - Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache – e nonno di Agnese e Anita, originario della Sicilia (è nato a Paternò) ama profondamente Milano, in cui vive e dove da giovane ha militato prima nel Fronte della Gioventù (sua la epica contestazione il 1° dicembre 1989 a Milano contro l’ex presidente dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov) e poi nel Movimento Sociale italiano.
Un grande grazie a La Russa glielo deve per esempio Gianfranco Fini per aver fatto decollare anche a Milano e in Lombardia Alleanza Nazionale, contribuendo a creare con Roberto Formigoni e altri esponenti di Forza Italia e Lega Nord la Casa delle libertà. All’inizio come laboratorio politico per le Regionali poi diventato per molti anni il modello usato dal centrodestra per governare il Paese. La Russa è ancora legato a quel suo passato giovanile, spesso condiviso con il fratello Romano (Vincenzo l’altro fratello – deceduto – ha avuto invece una storia politica importante nella Democrazia Cristiana), non ci sono discontinuità nel suo percorso di vita e politico. Fu infatti Ignazio, da penalista, a tutelare le parti civili nel processo per l’omicidio di Sergio Ramelli, studente iscritto al Fronte della gioventù morto in un agguato compiuto da militanti di Avanguardia operaia.
Sicuramente La Russa è istrionico e anche simpatico (almeno a chi lo conosce fuori dagli aspetti più formali della sua vita), coltiva diverse passioni. La prima, condivisa in passato a Milano solo dalla borghesia aristocratica e da molte persone appartenenti ad ambienti di destra, è quella per l’Inter: la “beneamata”. La seconda per i libri di Fantascienza (ne ha tantissimi) e la terza quella per i cani, amando in particolare il pastore tedesco. La leggenda narra che uno di questi suoi cani in passato “abbaiasse ai compagni”. Per il suo carattere, e per il cuore che ha sempre battuto a destra, soprattutto a Milano è stato al centro di diverse polemiche, nelle quali il centrosinistra non gli ha risparmiato critiche, per esempio sulla sua difesa della presenza del crocifisso nelle scuole o per la contrarietà, come peraltro tutti i partiti del centrodestra, a matrimoni e adozioni da parte di coppie omosessuali. Recentemente è apparso in un video in cui mostrava la sua collezione di busti di Benito Mussolini. Lui alle critiche arrivate e alle accuse di fascismo ha risposto che «oggi in Fratelli d’Italia non c’è spazio per i nostalgici».