Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Commissione Esteri della Camera - Ansa
Continua a far discutere la decisione del “Comitato permanente sui diritti umani nel mondo”, organismo della Commissione Esteri della Camera presieduto da Laura Boldini (Pd), di ospitare l’audizione, il 20 dicembre, in videoconferenza, di alcuni esponenti di due organizzazioni palestinesi, Addameer e Al-Haq, che Israele ha designato come terroristiche in quanto parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Flpl), organizzazione inserita da Stati Uniti, Canada e Unione Europea nella lista delle entità terroristiche sottoposte a misure.
L’audizione – che si è svolta, è stato spiegato, «nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni» – aveva suscitato una dura reazione dell’ambasciata israeliana in Italia, che si era detta «scioccata» dal fatto che «un terrorista condannato e due organizzazioni terroristiche come Al-Haq e Addameer siano state formalmente invitate a parlare davanti alla sottocommissione per i diritti umani della Camera». Ieri a Boldrini è giunta la solidarietà di 13 personalità israeliane.
L’ambasciata aveva rilevato in particolare che tra i relatori c’era Shawan Jabarin, «direttore generale di Al-Haq e terrorista condannato del Flpl». «Di lui – sottolineava la rappresentanza dello Stato ebraico – nel 2009 la Corte Suprema israeliana ha scritto che “agisce come dottor Jekyll e mister Hyde: a volte come amministratore delegato di un’organizzazione per i diritti umani, altre volte come attivista in un’organizzazione terroristica che non ha evitato omicidi e tentati omicidi”».
Laura Boldrini aveva parlato di «accuse prive di sufficiente documentazione a supporto», specificando che Jabarin «è riconosciuto come uno stimato attivista per i diritti umani da organizzazioni quali Human Rights Watch e Amnesty International». Contro la sua iniziativa si erano levate voci del centrodestra italiano. In particolare avevano espresso sconcerto il deputato di Forza Italia Andrea Orsini, Andrea Delmastro di Fratelli d’Italia e la Lega. Mentre il Pd ha mantenuto un atteggiamento prudente, mirato forse a disinnescare la polemica.
Tredici personalità israeliane, tra cui Elie Barnavi, ex ambasciatore israeliano in Francia, Ilan Baruch, ex ambasciatore israeliano in Sudafrica e Avraham Burg, ex speaker della Knesset, in una lettera aperta hanno «deplorato e condannato fermamente» la «campagna di diffamazione contro la deputata». Nella lettera si evidenzia che Adameer e Al-Haq «sono due delle sei Ong palestinesi che il 19 ottobre il governo israeliano ha messo al bando come organizzazioni terroristiche pur non presentando alcuna prova concreta e credibile a sostegno». I firmatari parlano di «criminalizzazione motivata politicamente», allo scopo di «distruggere e privare dei finanziamenti le Ong per i diritti umani che sono dedicate alla resistenza non violenta contro l’occupazione israeliana difendendo i diritti umani dei palestinesi». La lettera si conclude con un appello rivolto ai parlamentari europei «a difendere attivamente lo spazio civile e parlamentare per la difesa dei diritti umani in Palestina».