Biagio Conte in strada (Fotogramma)
Biagio Conte ha interrotto il digiuno. Qualche giorno per riprendersi e partirà per un ritiro di preghiera in montagna per continuare il suo sforzo di sensibilizzazione nei confronti di chi soffre perché senza casa, senza lavoro né affetti. A sostenerlo c’è la Chiesa, ci sono i giovani.
Quando l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice giovedì sera ha preso il microfono in Cattedrale e ha proposto alle centinaia di giovani riuniti per ascoltare la sua riflessione sulla Parola di trasferirsi in massa sulla scalinata che per dieci giorni ha accolto il digiuno e la protesta di fra Biagio, i ragazzi non se lo sono fatti ripetere due volte. E in corteo silenzioso oltre 500 persone, tra cui alcuni giovani in carrozzina, si sono dirette alle Poste centrali di via Roma per un’invasione pacifica e un incontro con colui che, con il suo esempio, ha schiaffeggiato l’indifferenza verso chi muore per strada da solo, chi non ha una casa, chi non ha un lavoro. L’ultima sera nel suo 'santuario sotto le stelle' è stata particolarmente animata. Fino a notte inoltrata, dopo la preghiera e la 'lectio divina' guidata dall’arcivescovo di Palermo, giovani, sacerdoti, suore hanno fatto la fila per scambiare due parole con lui, per infondergli coraggio e ringraziarlo.
«Di questi cristiani c’è bisogno – aggiunge Lorefice –. Vogliamo ringraziare questa scelta di Biagio, dettata dalla profezia del cuore. Fratel Biagio ci sta ricordando che questa è la strada. A noi è chiesto di fare sul serio con quello che Gesù ci chiede: vi riconosceranno da come vi amerete». E ieri è tornato a trovarlo anche l’imam della moschea tunisina, Mustafà Abderrahmane, che ha portato la solidarietà della comunità musulmana, ringraziando Biagio «per l’aiuto che ci ha sempre dato».
Intanto, il fondatore della missione Speranza e Carità è tornato a casa. Biagio ieri ha chiesto di pregare per coloro che nel mondo vivono emarginati nelle grandi città. Già dai primi giorni della prossima settimana vuole trasferirsi in montagna per un periodo di silenzio.