Terzo settore e sussidiarietà non si fermano mai. Volontari in azione d'estate a Roma per garantire rifornimenti alle mense dei poveri
Non li hanno aiutati a casa loro, come avevano promesso. In più hanno preso di mira quelli che lo fanno. «E questo governo non li ha nemmeno aiutati a casa loro come aveva preannunciato per fermare i flussi migratori – afferma Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv, la federazione delle 86 Ong cattoliche italiane che con 2.500 tra operatori e volontari è attiva in 80 Paesi –. Anzi, ha tagliato i fondi per la cooperazione nonostante le dichiarazioni. E non si parla più delle politiche coerenti». Ovvero? «L’Occidente è predatore delle risorse minerarie e delle terre coltivabili, il land grabbing, con Stati e privati che creano nuovi schiavi e quindi migranti, vanificando i nostri progetti per l’agricoltura. Va cambiato approccio».
La Focsiv non è ovviamente contraria all’immigrazione, anzi. «C’è il diritto a migrare e quello di restare nel proprio Paese. Le economie europee hanno bisogno di persone. Ma occorre programmare politiche di accoglienza, integrazione e inclusione decennali come in Germania, in Italia c’è troppa faciloneria, si guarda solo ai sondaggi e ai social. Aiutarli a casa loro non significa dare i soldi anche della cooperazione alle polizie dei Paesi di transito e di origine per bloccare i poveri ai confini come stiamo facendo. Occorre invece creare relazioni durature per lo sviluppo».
Quanto all’attacco della maggioranza ai valori e al mondo della sussidiarietà e della solidarietà, Cattai non ha esitazioni. «La campagna contro le Ong in mare ha colpito anche noi. La magistratura ad oggi non ha ancora condannato nessuno. Si è agito con la politica del sospetto. L’obiettivo è minare la base su cui si fonda il mondo del sociale, il terzo settore, il volontariato: la fiducia. Le nostre organizzazioni sono nate da sogni e idee considerate degne di fiducia dai tanti sostenitori. Si vuole creare un clima di sfiducia smantellando i corpi intermedi che hanno creato relazioni di comunità. È gravissimo, ricostruirli sarà lento e difficile, noi vogliamo rilanciare il volontariato internazionale».
Ma come hanno usato la fiducia delle comunità cristiane le Ong della Focsiv? «Da 50 anni costruiamo rapporti e relazioni di giustizia tra Stati e società civili del Nord e del Sud. La giustizia è il motore dello sviluppo e passa attraverso i nostri progetti e programmi. Ora vogliamo intensificare gli sforzi per creare rapporti tra imprese e università e costruire una globalizzazione solidale da contrapporre a questa economia di scarto, come l’ha definita il Papa, che impoverisce sempre più i poveri e arricchisce i ricchi. Noi crediamo nell’economia civile». Forse è questo che infastidisce il potere politico.
Mario Giro, già viceministro degli Esteri e profondo conoscitore dell’Africa, viene dalla Comunità di Sant’Egidio che aiuta gli ultimi senza distinzioni in tante città italiane e in tanti Paesi. «L’attacco ai corpi intermedi è in atto da anni – ragiona –. Il leaderismo che porta al contatto diretto con il popolo e al disprezzo per i corpi intermedi attraversa la Seconda repubblica. E i social sono specchio della società. Ma la destra al governo ha iniziato un’offensiva contro la società civile, come dice Zamagni, mai vista. Aggravata dall’aporofobia, disprezzo e paura del povero».
Lo dimostra la latitanza della riforma della legge sul terzo settore, l’esclusione di senza fissa dimora e migranti dal reddito di cittadinanza, il mancato finanziamento del Fondo non autosufficienti e nessuna vera politica per la famiglia, la criminalizzazione delle Ong iniziata dal governo precedente. Come si aiuta lo sviluppo? «Aumentando l’investimento alla cooperazione, connettendo le piccole e medie imprese ad esempio con le economie africane per internazionalizzarsi. Aiutarli significa farli produrre per il mondo facendoli entrare nella globalizzazione. È l’unico continente ad avere terra arabile, il land grabbing è un freno, ma interessa solo una porzione».
Giro guarda anche all’Italia, dove i veri problemi sono quasi esclusivamente sociali e ignorati. «Solitudine, odio e rancore sociale, periferie degradate; spopolamento delle aree collinari, depauperamento dei borghi. La gente è arrabbiata e pronta a odiare perché più sola o inascoltata. Non basta dire più stato o più mercato, servono i corpi intermedi».
A cosa porta delegittimare chi aiuta gli ultimi? «Sfamare i poveri è un imperativo evangelico per i cattolici ed è una tradizione italiana, Attaccarla significa mettere a rischio coesione sociale e democrazia». La risposta? «I difensori di chi si impegna per gli ultimi e della sussidiarietà sono silenziosi. Per i cattolici è venuto il tempo di passare alla politica. Per questo dico che è nata Democrazia Solidale (DemoS)».