Operazione in un laboratorio cinese (Ansa)
La Cina ha aperto un'indagine sul caso delle gemelline nate con Dna alterato. L'esperimento era stato annunciato ieri da un ricercatore cinese, He Jiankui, che ha dichiarato di avere contribuito alla loro nascita, avvenuta tramite fecondazioni in vitro; e, pur senza evidenze scientifiche, ha aperto una serie di interrogativi sul piano etico e scientifico.
Ora a Pechino la Commissione Nazionale per la Sanità ha ordinato "un'immediata indagine" sul caso, riporta l'agenzia Xinhua, citando una nota della stessa Commissione che si dice "fortemente preoccupata" per le affermazioni del ricercatore di Shenzhen.
Lunedì, l'ufficio di Shenzhen della Commissione ha reso noto di non avere prove sull'esperimento che il ricercatore, in congedo non pagato dal febbraio scorso presso l'ateneo per cui lavorava, dichiara di avere compiuto e la stessa università presso cui era in organico si è detta all'oscuro delle ricerche compiute, che "violano l'etica e le norme" della struttura.
Sempre ieri, un gruppo di 122 scienziati in una lettera aperta ha definito "pazzesco" l'esperimento che il ricercatore dichiara di avere condotto, definendo rischioso l'utilizzo della tecnica Crispr-Cas9 per l'alterazione dei geni negli embrioni umani. "Il vaso di Pandora è stato aperto", scrivono gli scienziati. "Possiamo ancora avere un briciolo di speranza di chiuderlo prima che sia troppo tardi".
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